Salute

Salute: meglio fare due conti

spesa per la sanità privata

Tutelarsi e curarsi costa: ecco come spendere bene i propri soldi

La salute ha un costo. Farmaci, visite, terapie, interventi chirurgici, ricoveri: ognuno di questi elementi ha un prezzo ben definito, che viene pagato talvolta dal pubblico, talvolta dal privato, talvolta da entrambi. E, come accade in qualsiasi altro settore, chi vuole avere di più, chi vuole avere un servizio migliore, più rapido o più specialistico, deve pagare di più. Ma non è così semplice e, da un certo punto di vista, è un bene che non sia così: con la strategia giusta è possibile garantirsi le migliori cure con delle spese contenute, e soprattutto senza costi improvvisi che potrebbero mettere a rischio il proprio patrimonio. Perché, va sottolineato, le faccende legate alla salute sono tutt’altro che facilmente prevedibili, così come le relative spese. Per questo motivo, anche quando si tratta di salute, è necessario fare bene i propri conti, per non rischiare di utilizzare male i propri soldi, e per avere la certezza di poter avere sempre le migliori cure, per sé stessi e i propri cari. Ed è quindi a questo punto che è necessario domandarsi quanto si è disposti a spendere per avere la certezza di avere le cure necessarie subito, senza lunghissime liste d’attesa; quanto si vuole spendere per scegliere le cure migliori, senza accontentarsi del primo posto libero; e ancora, quanto si è disposti a spendere per avere la garanzia di essere coperti per tutti i giorni di recupero da una malattia, da un intervento e via dicendo. Prima è necessario farsi queste domande, dando quindi un prezzo alla propria salute, al proprio benessere, alla felicità e alla tranquillità dei propri cari. Si capirà così che si attribuisce a questi valori un prezzo altissimo. A questo punto, una volta compresa la necessità di spendere, è necessario per l’appunto individuare come spendere al meglio i propri soldi, per avere le cure più efficaci al migliori prezzo: vediamo dunque alcuni dati oggettivi.

La spesa per la sanità privata e la spesa per la sanità pubblica

Se dovessimo dividere i consumi sanitari italiani in due gruppi, scopriremmo che il finanziamento privato corrisponde a 36-40 miliardi di euro, laddove invece la spesa pubblica è di 115 miliardi di euro. A fare luce sulla distribuzione della spesa per la sanità privata e per la sanità pubblica è uno studio dell’Osservatorio sui Consumi Privati in Sanità (OCPS) di SDA Bocconi School of Management. Uno studio che, va detto, cerca di essere oggettivo al massimo grado, andando oltre agli stereotipi: è sbagliato, infatti, vedere lo sviluppo del settore nazionale privato come “l’altra faccia della medaglia del fallimento del sistema pubblico”. Sarebbe invece più corretto, affermano i ricercatori bocconiani, pensare alle offerte private non come alternative, ma come “complementari alla sanità pubblica, che non è in grado di farsene carico direttamente: la compresenza di offerta pubblica e privata rappresenta così di fatto un ampliamento complessivo del mercato”. Questo ragionamento parte dal presupposto per cui la popolazione presenta esigenze sanitarie sempre più specifiche, tali da richiedere servizi sempre più specialistici, laddove il campo sanitario pubblico mira a un’offerta ampia.
Questo non toglie, però, che la spesa privata pro capite più elevata si registra nelle regioni a reddito più alto, lì dove quindi i cittadini hanno maggiore disponibilità ad accedere alle strutture private; ciononostante, va sottolineato, spesso la spesa privata è maggiore proprio in quelle regioni in cui la sanità pubblica dà il meglio di sé, a partire per esempio da Lombardia e Val d’Aosta.

L’85-90% della spesa sanitaria privata arriva dal portafoglio dei cittadini

Si è visto qual è il finanziamento totale alla sanità privata. A questo punto è interessante sottolineare che l’85-90% della spesa privata è “out of pocket” e quindi pagata direttamente dai cittadini, che usano i propri risparmi per pagare la visita, il farmaco, il dispositivo sanitario, la degenza, l’intervento, lo specialista per la riabilitazione e via dicendo. Solamente una fetta tra il 10% e il 15% della spesa privata, quindi, risulta intermediata, frutto dunque di polizze salute. Va detto che all’estero la diffusione di soluzioni assicurative in campo sanitario è decisamente maggiore: in Francia l’assicurazione complementare va a coprire più dell’80% della popolazione, mentre in Spagna il 25% della popolazione è coperto da un’assicurazione sanitaria privata.
Negli ultimi anni sono però andati aumentando gli italiani che hanno deciso di fare due conti circa le spese sanitarie della propria famiglia: per quanto riguarda i beneficiari di coperture integrative, per esempio, tra il 2010 e il 2017 si è passati dai 6 ai 13 milioni di persone, con un miglioramento complessivo di quello che, in Bocconi, indicano come il carattere «multipilastro» del sistema sanitario nazionale.
A confermare questo trend c’è anche uno degli ultimi rapporti della Commissione Europea, che spiega come, nell’ultimo decennio, l’Italia sia  diventata uno dei Paesi in cui i cittadini sono disposti a spendere di più – di tasca propria – per tutelare la propria salute. Numeri alla mano, infatti, sono 3,8 milioni gli italiani intenzionati a stipulare una polizza salute – complice ovviamente anche quel momento “verità” che è stata e che è tuttora l’emergenza Covid-19. La pandemia ha portato i cittadini ad avvicinarsi maggiormente alla tematica della salute, con la consapevolezza di desiderare dei servizi concreti, delle soluzioni operative per proteggere sé stessi e la propria famiglia, meglio ancora se attraverso percorsi personalizzati.

Assicurarsi costa, autoassicurarsi costa molto di più

Quindi sì, curarsi costa. E sì, costa anche assicurarsi. Ma attenzione: autoassicurarsi, e quindi pagare di tasca propria di volta in volta tutte le cure, costa molto di più. Perché accedere al migliori specialista sul mercato costa molto, perché saltare le liste d’attesa costa moltissimo, perché permettersi le migliori terapie, di nuovo, costa tanto. Però lo specialista può fare la differenza, così come i giorni di attesa, le terapie, i farmaci, e via dicendo. Una polizza sanitaria dà la possibilità di accedere ai migliori e più tempestivi servizi sanitari senza intaccare i propri risparmi. Ecco perché dico che assicurarsi costa, ma autoassicurarsi costa molto di più.

Certo, è necessario individuare la polizza salute più adatta, personalizzata al massimo, per avere la certezza di spendere davvero nel migliore dei modi i propri soldi, senza rischiare di sprecare nemmeno uno, due, dieci euro al mese, e senza rischiare – soprattutto – di ritrovarsi poi scoperti al momento del bisogno. Per questo motivo, al momento della scelta di una polizza salute, è fondamentale avere il supporto di un consulente assicurativo esperto, capace di studiare il tuo caso e di individuare la soluzione migliore e più adatta.

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