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RITA, ovvero Rendita Integrativa Temporanea Anticipata: le domande più comuni

Rita

RITA: un riassunto

Pochi giorni fa abbiamo parlato della RITA, ovvero della Rendita Integrativa Temporanea Anticipata. Come abbiamo visto si tratta di una nuova forma di prestazione della previdenza complementare, scaturita dalla legge di Bilancio 2018: grazie alla RITA, in sintesi, è possibile uscire dal mercato in anticipo secondo modalità fino a tre anni fa inedite.

Abbiamo anche visto quali sono le persone che possono accedere alla Rendita Integrativa Temporanea Anticipata. Si parla prima di tutto di dipendenti sia del settore privato che del settore pubblico, i quali abbiano aderito a un fondo pensione o ad un piano individuale pensionistico da almeno 5 anni. Le altre condizioni per accedere alla RITA sono la cessazione dell’attività lavorativa, 20 anni di contribuzione nel regime obbligatorio di appartenenza e la mancanza di al massimo 5 anni dalla pensione di vecchiaia.

Esiste anche la possibilità di accedere alla RITA con al massimo 10 anni all’accesso delle pensione di vecchiaia così come prevista dalla previdenza obbligatoria, nel caso in cui si versi in stato di inoccupazione da più di 24 mesi.

Fin qui non ci sono punti particolarmente difficili. Non mancano però i dubbi su altri aspetti della Rendita Integrativa Temporanea Anticipata: vediamo quali sono le domande più comuni

RITA: le domande più comuni

Qual è il trattamento fiscale della RITA?

Il trattamento fiscale della Rita è di facile comprensione, soprattutto per chi conosce il trattamento fiscale dei normali fondi pensionistici. La base imponibile della rendita integrativa anticipata è infatti soggetta alla ritenuta a titolo di imposta del 15%, che può essere ridotto a partire dal quindicesimo anno di partecipazione del 0,30% annuo, per arrivare fino al 9% ( e quindi con la riduzione massima di 6 punti percentuali).

Come viene gestita la Rita a livello di comparti?

Le somme che verranno erogate periodicamente nel quadro della Rendita Integrativa Temporanea Anticipata verranno investite automaticamente nel comparto più prudente (eccezion fatta per i casi in cui il titolare si esprima in modo diverso) e disinvestite di volta in volta per permettere la singola erogazione periodica.

I titolari di trattamenti pensionistici anticipati possono accedere alla Rendita Integrativa Temporanea Anticipata?

I titolari di trattamenti pensionistici anticipati, e quindi aderenti a soluzioni come Pensione anticipata, Pensione Anticipata quota 100 oppure Opzione Donna, così come gli iscritti a Pensione anticipata dei lavoratori precoci, possono accedere a RITA pur percependo altre pensioni anticipate.

È possibile effettuare attività lavorativa mentre si percepisce la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata ?

Il criterio di assegnazione prevede l’assenza di attività lavorativa al momento della richiesta, ma non prevede nessun divieto per attività lavorative intraprese nel corso dell’erogazione della pensione anticipata.

È possibile effettuare dei versamenti contribuzione nel periodo dell’erogazione della RITA?

La normativa in vigore non prevede nessun divieto o limite di questo tipo. È quindi possibile continuare a versare i propri contributi, i quali andranno a incrementare il montante non destinato alla RITA.

Queste sono le risposte alle principali e più diffuse domande in merito alla Rendita Integrativa Temporanea Anticipata. Hai altri quesiti, o sei interessato ad aprire un Fondo Pensione per sfruttare tutti i vantaggi che questa possibilità offre? Contattami!

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