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L’importanza di un buon risk management
Il risk management non si improvvisa: ci sono delle tecniche precise e dei passaggi obbligati per poter arrivare a una gestione del rischio efficace. Ma cosa significa gestire in modo efficace il rischio? La risposta è più semplice di quanto si potrebbe pensare: significa ridurre al minimo le probabilità che i rischi presenti danneggino un’azienda, senza però che le misure adottate per la gestione del rischio stessa finiscano per pesare eccessivamente su un’azienda. Soprattutto quest’ultimo elemento deve essere bene compreso e digerito, per capire realmente quali sono gli obiettivi e le possibilità di una buona strategia di risk manegement. Il concetto di fondo è semplice: annullare ogni rischio è impossibile, perché non esiste attività senza componente di rischio. Azzerrare completamente le potenziali minacce equivale quindi ad anullare l’attività stessa. Ed è proprio per questo che diventa preziosa la consulenza di un risk manager, che valutando i rischi presenti riesce a trovare le migliori soluzioni per la loro gestione senza rallentare l’azienda, senza portare a costi gestionali eccessivi e senza minacciarne la crescita. Un passaggio fondamentale da questo punto di vista è quindi quello della valutazione del rischio.
- Cos’è la valutazione del rischio?
- Come valutare un rischio nel risk management
- Il risk manager per ottimizzare i costi e non rallentare la propria azienda>
Cos’è la valutazione del rischio?
Come detto, l’attività di risk management presenta dei passaggi obbligati, che tutti i risk manager competenti devono seguire. Si inizia con la fase di analisi del rischio, per poi approdare al trattamento dei rischi individuati, andando quindi a individuare le migliori soluzioni per ogni potenziale minaccia. Tra questi due step c’è però un passaggio fondamentale, ovvero quello della valutazione del rischio, chiamata dagli anglosassoni risk assessment
Ci possono essere modi diversi per definire l’attività di valutazione del rischio: io preferisco spiegare che, con questa attività, si poggiano delle basi scientifiche per la successiva fase di trattamento. In che modo? Come anticipato, il risk management parte dell’analisi dei rischi, ovvero dai controlli necessari per determinare tutti i rischi, grandi o piccoli, probabili o improbabili, che un’azienda deve affrontare. Ma come passare da questa individuazione alla fase di trattamento, con la quale l’azienda definisce tra le altre cose quanto investire per ridurre ogni singolo rischio?Questo passaggio è possibile grazie alla valutazione, con la quale si valuta il singolo rischio in modo quantitativo. Quanto pesa effettivamente un rischio su un’azienda? Qual è il livello minimo di assunzione del rischio, e qual è il livello massimo?
Come valutare un rischio nel risk management
Ipotizziamo di avere davanti a noi una grande diga in cemento, posizionata nella parte più alta di una valle che, nella sua parte inferiore, presenta diversi villaggi. La diga è lo strumento che permette di gestire e ridurre – fino a quasi a eliminare – il rischio di un’inondazione della valle. Qui è molto semplice capire qual è il livello massimo di rischio che ci si può assumere: corrisponde esattamente con l’altezza della diga. Un centimetro in più di acqua, e la diga risulterà insufficiente per contenere il rischio. Ecco allora che il livello di assunzione ottimale del rischio sarà diversi metri al di sotto del bordo estremo della diga, con l’azienda che dovrà investire e impegnarsi per mantenere quel livello: investire di più sarebbe inutilmente costoso, perché mantenere il livello di rischio al di sotto del livello ottimale rende inutilmente costosa la diga stessa.
Ecco, la valutazione del rischio permette, attraverso lo studio del rischio e dei costi ad esso correlati, di capire quanto un’azienda dovrebbe spendere per gestire quella minaccia: il compito del risk management diventa quindi quello di trovare la perfetta soluzione che permetta di trasformare la gestione del rischio in un’opportunità di risparmio e di guadagno. Perché il rischio, se trattato nel modo esatto, può rendere.
Faccio un altro esempio: immaginiamo un’automobile da corsa impegnata in una gara. Il pilota, prova dopo prova, riesce a capire che in rettilineo può spingere il proprio veicolo fino ai 180 chilometri orari, per riuscire poi ad avere uno spazio di frenata sufficiente per affrontare in modo efficace la curva successiva. Spingersi al di sopra di questa soglia significherebbe assumere un rischio non razionale; restare significativamente al di sotto di quella soglia, affrontando magari il rettilineo a 160 chilometri orari, vorrebbe dire invece perdere un’opportunità, sopravvalutando il rischio stesso, con effetti deleteri sulla propria gara.
Il risk manager per ottimizzare i costi e non rallentare la propria azienda
Si capisce quindi quanto sia importante condurre la fase di valutazione del rischio in modo molto attento: la sola individuazione delle minacce non può essere sufficiente per trovare la soluzione perfetta. Con la valutazione del rischio ci si potrebbe per esempio rendere conto che, vista la grande minaccia di un rischio (che magari si prefigura allo stesso tempo molto pericoloso e molto probabile) la migliore soluzione sia quello di eliminarlo del tutto, sostituendo per esempio del tutto un macchinario aziendale non sicuro con un dispositivo di nuova generazione, con una spesa assolutamente giustificata. Altre volte ci si potrebbe rendere conto che un preciso rischio, essendo altamente improbabile e di poco conto, potrebbe persino non essere gestito. Altre volte ancora, dopo aver valutato esattamente un rischio, si fissa matematicamente l’investimento necessario per il suo trattamento attraverso una soluzione assicurativa, avendo cura di scegliere una polizza che metta al sicuro l’azienda pur senza tarparne le ali. Molte volte, quando non si contatta un risk management, si finisce invece per sopravvalutare determinati rischi, contraendo magari polizze fin troppo costose, senza magari invece tenere in considerazione rischi più presenti e più pericolosi.
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