Analisi e risk management
Continuiamo il nostro viaggio iniziato qualche settimana fa intorno al risk management per le PMI. Dopo aver visto quanto valore questo strumento può portare alle piccole e medie imprese, dopo averne valutato i vantaggi e dopo aver visto più da vicino la figura del risk manager, possiamo entrare le vivo del discorso, per scoprire dunque nel concreto come si passa dalla teoria alla pratica.
Come si attua la gestione del rischio? La complessità della gestione aziendale dal punto di vista del rischio ha portato alla creazione di veri e propri standard di risk management, con la definizione delle varie fasi da seguire per poter davvero proteggere l’impresa senza minarne le opportunità di crescita. Perché sì, questo concetto va sempre ricordato: il rischio è una parte integrante del fare business, ed eliminarlo completamente è impossibile, perché cancellerebbe anche le possibilità di veder aumentare affari, clienti e fatturato.
Ma quali sono quindi le fasi chiave della gestione del rischio? Semplificando al massimo, possiamo suddividere le attività necessarie in tre gruppi di azioni, ovvero nella fase di analisi di risk management, nella fase di trattamento e infine nella fase di revisione. Oggi vedremo come si articola la fase di analisi.
Prima di tutto, l’identificazione dei rischi
L’attività del consulente risk manager, una volta avviata la sua collaborazione con l’impresa, parte con l’identificazione dei rischi, primo cruciale passo della fase di analisi. Quali sono i rischi che un’azienda deve fronteggiare? Ci sono i rischi esterni, relativi al mercato finanziario, alle condizioni ambientali, alle regolamentazioni e via dicendo. E ci sono poi quelli interni, relativi alla sicurezza dei dati, alle rotture delle macchine e così via. Primo compito del risk manager è quindi quello di individuare e identificare tutti i rischi e di descriverli.
Per una buona strategia di risk management però non basta identificare le minacce. No, è necessario anche stimare la probabilità di ogni singolo rischio, nonché la gravità della situazione che si potrebbe creare. Ci sono per esempio dei rischi che creano delle minacce tutto sommato trascurabili, che scalfirebbero minimamente il budget aziendale. Ci sono poi rischi di livello limitato, critico e via dicendo, fino ad arrivare ai rischi che nascondono minacce drammatiche o persino catastrofiche. Il risk manager deve catalogare ogni rischio identificato, ponendolo in ordine sia guardando ai danni diretti che potrebbe causare all’azienda, sia a quelli indiretti (si pensi per esempio ai danni d’immagine, sospensione attività e via dicendo).
Il completamento dell’analisi per risk management
Non basta identificare, descrivere e catalogare i rischi in base alla loro gravità. Bisogna anche dare una valutazione complessiva di ogni singolo rischio, rapportando la probabilità dell’evenienza di un dato evento con l’impatto che questo avrebbe. In questo modo è possibile dare un giusto valore a ogni minaccia. Un evento grave ma estremamente improbabile va trattato diversamente rispetto a un evento ugualmente grave ma tutt’altro che raro.
Va infatti sottolineato che imprese differenti, con situazioni diverse, possono affrontare il medesimo rischio in modo differente. Va valutata quindi anche l’azienda stessa, considerando il suo risk appetite, ovvero la soglia oltre la quale l’azienda non intende esporsi. In base al tipo di business e alla situazione dell’impresa, infatti, ci possono essere posizioni diverse in tal senso.
Non è tutto qui. É necessario anche andare a esaminare, già in questa prima fase della strategia di risk management, qual è l’effettiva situazione dell’azienda sul fronte assicurativo. Ecco quindi che il consulente risk manager deve analizzare le polizze assicurative già in essere, valutandole in base ai rischi reali e concreti che l’impresa deve affrontare e tenere in considerazione. Di norma, in questa fase, vengono individuati i diversi punti scoperti o poco chiari presenti nei contratti, così da mettere in evidenza le integrazioni da sottoporre al proprio assicuratore, e viene inoltre rilasciata un’offerta assicurativa comparativa che rispecchia i più alti standard contrattuali, proponendo garanzie e massimali in linea con il mercato.
Sono dunque queste le attività fondamentali della prima fase del risk management: una volta completate, è possibile passare alla seconda fase, ovvero a quella di trattamento del rischio. Ne parleremo nel prossimo articolo!
Hai bisogno di una consulenza sulla gestione del rischio? Contattami: svilupperemo insieme la migliore delle strategie di risk management per la tua impresa!