Sopravvivere ai propri risparmi
Pensaci un po’: cosa potrebbe accadere se vivessi più a lungo del previsto? Di certo vivere più a lungo è di per sé un fattore assolutamente positivo, e anzi è soprattutto per questo che si cerca di avere uno stile di vita sano. Ma cosa potrebbe accadere se si vivesse più di quanto previsto al momento dell’accantonamento dei propri risparmi per il futuro? Del resto è proprio per questo che la maggior parte degli investitori risparmia: a sottolineare che il 57% degli investitori in Italia risparmia pensando squisitamente alla pensione è tra gli altri uno studio a cura di CoreData Research.
Il nostro obiettivo è quindi arrivare in fondo alla nostra vita professionale e poterci dedicare a degli anni quanto più possibili sereni, senza preoccupazioni di tipo economico. Il problema è che, con l’aumentare degli anni di pensionamento, cresce ovviamente anche il fabbisogno finanziario complessivo. Una cosa è mantenere una pensione di 10 anni, tutta un’altra cosa è mantenere una pensione per 20 o 30 anni: per questo si parla del rischio longevità.
Ed è proprio il rischio longevità a rendere più difficile il calcolo del portafoglio necessario per poter avere una vita serena dopo il pensionamento. Non è un caso se l’economista vincitore del premio Nobel William Sharpe l’abbia definito come il “problema più difficile e ostico del mondo della finanza”.
- Gli investimenti per la pensione
- Cos’è il rischio di longevità?
- Aprire un fondo pensione il prima possibile
Gli investimenti per la pensione
Ottenere un reddito sufficiente e sostenibile per la pensione sta diventando via via sempre più difficile. Certo, l’allungamento della vita media è una buona notizia, ma va anche detto che a questo processo si accompagna in parallelo un assottigliarsi degli assegni della pensione pubblica. Non può essere altrimenti: all’aumentare dei pensionati presenti sul territorio nazionale non può che ridursi l’assegno pro-capite.
Ecco che allora, non potendo più contare in modo unico sull’assegno della pensione pubblica, sta al singolo individuo costruire al meglio il proprio sostentamento economico per la vecchiaia. Diventa quindi necessario guardare in modo razionale alla questione, riconoscendo due fasi: prima la fase di accumulazione, poi la fase di decumulazione. La prima fase corrisponde ovviamente agli anni dedicati all’accrescimento dei propri asset, concentrandosi su una visione a lungo termine, sapendo che si punta a un capitale per il futuro. Poi c’è per l’appunto la fase di decumulazione, quella in cui si utilizzano gli asset accumulati nel corso degli anni precedenti, quella in cui, non avendo più uno stipendio, è fondamentale adattare il proprio tenore di vita ai risparmi effettivamente presenti.
E se quanto messo assieme nella fase di accumulazione fosse sufficiente per i soli primi 15 anni di pensionamento? Vanno messe in conto le spese che si potrebbero voler o dover affrontare durante i diversi anni di ritiro dalla vita professionale. Durante i primi anni si potrebbe aver bisogno di più soldi, per dedicarsi magari ai viaggi che non si sono potuti fare negli anni precedenti; successivamente si potrebbe avere la necessità di spendere parecchio per la propria salute.
Non ci sono dubbi: nel calcolare quali dovranno essere i risparmi per la pensione, è fondamentale tenere in considerazione il rischio di longevità.
Cos’è il rischio di longevità?
A questo punto dare una definizione del rischio di longevità è molto semplice: si tratta di fatto di vivere più a lungo dei risparmi accumulati e disponibili per la pensione. E i dati sull’aspettativa di vita dei nostri tempi confermano quanto il rischio di longevità sia assolutamente presente e in modo sempre più importante. Bisogna partire dal presupposto che attualmente l’aspettativa di vita di un neonato in Europa è pari a 81 anni, e più nello specifico a 83,7 anni per le donne e a 78,2 anni per gli uomini. L’aspettativa di vita è poi come è noto particolarmente alta per l’Italia, nonostante i cali dovuti alla pandemia di Covid-19: si parla di un’aspettativa di vita di 82,9 anni, pari a 85,1 anni per le donne e a 80,6 anni per gli uomini.
Adottando la prospettiva di un investitore, chi desidera assicurarsi un futuro sereno deve guardare a questi numeri per quelli che sono, e quindi per delle medie: vi è il 50% di possibilità di superare quella soglia, e il 50% di possibilità di non arrivare a quella soglia. Pensando a un’età pensionabile di 67 anni, una donna dovrebbe pensare di dover finanziare la propria pensione in media per 18 anni, mentre un uomo dovrebbe pensare a una media di 13 anni e qualcosa. Ma, per l’appunto, c’è il rischio (se vogliamo definirlo così) di avere bisogno di più fondi, per sostenere un numero maggiore di anni.
Chi non fa i conti giusti potrebbe quindi essere costretto, proprio dalla longevità, a dover adattare in modo drastico il proprio stile di vita, oppure, per esempio, a vendere immobili destinati a essere tramandati ai propri figli e nipoti.
Aprire un fondo pensione il prima possibile
Si capisce quindi che, visto il rischio longevità, e vista quindi la possibilità di aver a che fare con molti anni di “decumulazione”, è necessario allungare e rendere più efficace la fase di accumulazione.
Le indagini effettuate negli ultimi anni dicono chiaramente che la maggior parte degli stupendi delle pensioni pubbliche non sono tali da permettere un pensionamento senza preoccupazioni. Si potrebbe quindi pensare di integrare questi assegni con il proprio tesoretto risparmiato nel tempo, pur sapendo però che questo non può durare all’infinito, andando irrimediabilmente a esaurirsi prima del tempo nel caso di longevità maggiore del previsto.
Ecco che allora, visto questi presupposti, diventa importante integrare fin da giovani – o comunque il prima possibile – la propria pensione futura con un fondo pensione. E va detto che questo investimento per il futuro può essere fatto con un’incidenza pressoché inesistente sul proprio stile di vita attuale: per avviare un buon fondo pensione può essere infatti un’ottima idea destinare a questo il proprio TFR, così da avere un fondo che cresce autonomamente di mese in mese in modo del tutto autonomo. Al versamento automatico del TFR può essere aggiunta una cifra mensile o annuale molto bassa, sapendo peraltro che tra i vantaggi del fondo pensione ci sono grandi benefici fiscali, dalla deducibilità dei versamenti aggiuntivi fino alla regime fiscale agevolato con cui viene tassato il fondo stesso.
Contro il rischio longevità, quindi, il fondo pensione rappresenta uno tra i migliori strumenti possibili nelle mani di chi vuole assicurarsi un futuro sereno, allontanando la minaccia di una triste povertà senile.
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