Imprese e risk management

Polizza assicurativa contro le calamità naturali: obbligatoria per le imprese entro il 2024

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I danni delle catastrofi naturali in Italia

Tra il 2011 e il 2021, in Italia si sono accumulati uno sopra l’altro oltre 50 miliardi di dollari di danni da calamità naturali. Lo abbiamo visto tutti: negli ultimi anni i fenomeni meteorologici estremi sono diventati più forti e più frequenti, con pericolose ondate di calore, inondazioni e tanto altro. Stando ai dati dell’European Severe Weather Database, nel giro di 10 anni fenomeni come pioggia forte, grandine e tornado sono diventati 4 volte più frequenti, così da avere a che fare sempre più spesso con allagamenti e frane. E non serve certo andare troppo in là con la memoria: basti pensare a quello che è successo negli ultimi giorni in Toscana, a quanto è accaduto in Emilia Romagna, e ancora prima nelle Marche. Tra i dati oggettivi che abbiamo in mano dopo queste drammatiche catastrofi, ne voglio rimarcare uno: lo Stato ha mostrato delle difficoltà oggettive nell’intervenire con dei ristori sufficienti e tempestivi. Da una parte abbiamo un Paese che è esposto a un rischio idrogeologico molto alto, nonché alle conseguenze dei cambiamenti climatici, per non parlare delle tante aree a rischio sismico elevato; dall’altra abbiamo uno Stato che già oggi fatica a risarcire le attività colpite. E proprio perché il risarcimento dello Stato è tutt’altro che garantito, il governo ha avanzato in questi giorni la possibilità di introdurre una Polizza assicurativa contro le calamità naturali obbligatoria per le imprese. Ma di cosa si tratta? È cosa certa, oppure si tratta unicamente di una bozza?

La bozza sull’obbligo di polizza assicurativa contro le calamità naturali per le imprese

Partiamo con il sottolineare che sì, l’obbligo per le imprese di avere una polizza assicurativa contro le calamità naturali è per ora soltanto una proposta. Si tratta infatti dell’articolo 24 della bozza di legge di Bilancio 2024, la quale si sta costruendo ormai da settimane, con tantissime norme proposte che, prima dell’approvazione finale, subiranno quasi certamente diverse modifiche. Eppure sembra esserci una certa sicurezza intorno a questa precisa proposta, la quale in effetti avrebbe dei motivi oggettivi d’esistere: si parla del già visto rischio a cui è esposta l’Italia, nonché della percentuale bassissima di imprese italiane effettivamente assicurate contro i danni da eventi naturali. L’obiettivo del governo è quello di correre ai ripari con uno strumento preventivo e obbligatorio, andando di fatto a imitare delle misure già presenti in molti altri Paesi, così da avere complessivamente maggiori garanzie di fronte a degli eventi catastrofici. Per come è presentato per ora nella bozza di legge, l’obbligo di assicurazione contro le calamità naturali per le imprese entrerebbe in essere il 31 dicembre 2024: c’è quindi ancora tempo per organizzarsi. Ma qual è la situazione attuale in Italia da questo punto di vista? Quante imprese sono cioè assicurate contro le catastrofi naturali?

La situazione attuale secondo Ania

Diciamolo subito: se dovesse entrare in vigore così come è stata formulata in questa prima bozza, la polizza assicurativa contro le calamità naturali obbligatoria rivoluzionerebbe il panorama assicurativo delle imprese italiane. Ad oggi – o meglio a fine 2021, visto che sono questi gli ultimi dati aggiornati – stando ai numeri dell’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici (ANIA) solamente il 3,4% delle ubicazioni relative a delle micro imprese (fino a 10 occupati) risultano coperte da delle polizze assicurative contro delle alluvioni; la soglia si alza all‘8,4% per le garanzie contro i terremoti. Va detto che le percentuali migliorano, ma non di tanto, per quanto riguarda le piccole imprese assicurate – quelle cioè con un numero di occupati compreso tra 10 e 49 – che vantano nel 28,2% dei casi un’assicurazione contro le alluvioni e nel 32,2% dei casi una polizza contro i terremoti. Si parla poi del 66,7% e del 63,7% nel caso delle imprese di medie dimensioni, e del 91,2% e del 93,2% per le grandi imprese.

Il divario assicurativo europeo secondo l’Ivass

Quanto sono effettivamente bassi i numeri relativi alle assicurazioni delle imprese contro le catastrofi naturali? Per fare un paragone non si può che guardare all’estero, cosa che ha fatto l’Ivass, Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni. Si scopre così che, tenendo conto delle perdite economiche registrate negli ultimi anni e dell’oggettiva esposizione al rischio di catastrofi naturali, Italia e Grecia presentano il più alto divario di protezione in Europa. Guardando al periodo compreso tra il 1980 e il 2021, solamente un quarto del totale dei sinistri era assicurato. Il livello di gap di protezione in Italia risulta altissimo per quanto riguarda i terremoti (con il 98% dei sinistri non assicurati) e l’alluvione (con il 97% dei sinistri non assicurati). Va peraltro detto che terremoto e alluvione rappresentano il 45% dei sinistri non assicurati in Europa nel periodo in esame.

Cosa dice la bozza di Legge di Bilancio sulla polizza assicurativa contro le calamità naturali

Vista la situazione, non stupisce troppo che il governo voglia calare un obbligo dall’alto, andando a fare un po’ quello che è già stato fatto con l’RC auto, obbligo che oggi ci sembra assolutamente naturale e anzi ineccepibile. La bozza di legge ipotizza per tutte le imprese aventi sede legale o stabile organizzazione in Italia una polizza assicurativa contro le calamità naturali obbligatoria, da stipulare entro il 31 dicembre del 2024. Sapendo che la Legge di Bilancio dovrà essere approvata tra poche settimane, le imprese avranno eventualmente 12 mesi di tempo per scegliere l’assicurazione ideale.
L’obbligo assicurativo comprenderebbe non solo inondazioni, esondazioni, alluvioni e frane, ma anche sismi. In caso di imprese inadempimenti, per ora è prevista una sanzione amministrativa compresa tra 200 mila e 1 milione di euro, con proprio l’Ivass chiamata a essere agente controllore e punitivo. Sempre guardando alla bozza, la polizza obbligatoria contro le calamità naturali non potrà avere una franchigia assoluta superiore al 10-15% del valore del totale assicurato: non si vuole quindi correre il rischio di introdurre un’assicurazione obbligatoria che, al momento dei fatti, non risulti effettivamente utile.

Il ruolo di Sace e delle garanzie statali

Non è certo la prima volta che si accarezza l’idea di introdurre delle polizze obbligatorie contro i danni naturali per le imprese. È però la prima volta che viene introdotta una legge ad hoc in una legge di bilancio. Va detto che in passato le compagnie assicurative non erano state particolarmente favorevoli a questa misura, spiegando che l’introduzione di una copertura obbligatoria non sarebbe stata sufficiente per garantire una sostenibilità in termini di costo, sapendo che i danni da catastrofi naturali possono raggiungere costi enormi, per famiglie come per imprese. Da qui la volontà del governo di coinvolgere in questa rivoluzione anche Sace, il gruppo assicurativo-finanziario italiano direttamente controllato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il suo ruolo, si legge nella bozza, sarebbe quello di concedere agli assicuratori “una copertura fino al 50 per cento degli indennizzi cui i medesimi sono tenuti a fronte del verificarsi degli eventi di danno dedotti in contratto e comunque non superiore a 5.000 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026”. Così facendo quindi ci sarebbe Sace a garantire la copertura in caso di catastrofi naturali.

Ripeto: per ora nulla è deciso, ma sembra che questa legge abbia buone probabilità di arrivare in porto. Vedremo cosa accadrà nelle prossime settimane! Seguimi su  Facebook,  LinkedIn Instagram per restare aggiornata/o!

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