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Pensioni: ecco le medie italiane, con qualche stima sul futuro e un consiglio

Pensioni: ecco le medie italiane

Le pensioni italiane oggi: l’importo medio degli assegni

Le pensioni italiane? Basse. Non è una novità, anzi, da anni ci si lamenta degli importi medi ridotti degli assegni pensionistici. Ed è per questo motivo che, da sempre, consiglio ai miei clienti di pensare al proprio futuro, informandosi su quello che sarà il proprio trattamento pensionistico INPS, così da ricorrere eventualmente a una previdenza integrativa.

Ma qual è nel concreto la media delle pensioni italiane? Sono davvero così basse? Diamo un’occhiata ai numeri: l’anno scorso i quotidiani italiani titolavano che il 61% delle pensioni italiane era al di sotto dei 750 euro. Un dato, a tutti gli effetti, estremamente basso, che non permette di guardare al futuro con il sorriso.

Un recente studio, a partire dai dati del Casellario Centrale dei pensionati Inps, effettuato dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali sul Bilancio del Sistema Previdenziale italiano ci dice, più nello specifico, che le singole prestazioni inferiori ai 1.000 euro sono circa 14,9 milioni, pari al 65,4% delle prestazioni in pagamento. Quello che esce da indagini come queste è quindi uno scenario grigio. Ma… c’è un ma. Sì, perché un pensionato su tre, attualmente, percepisce una doppia o una tripla pensione. E non è tutto qui: spesso, a rimpinguare il reddito dei pensionati, intervengono altre fonti, a partire per l’appunto dalla previdenza integrativa.

Cosa possiamo dedurre da questi dati? Semplice: la sola pensione INPS, di per sé, non garantisce di poter condurre una vita serena dopo il pensionamento. Non lo fa oggi (e in numeri lo dimostrano) e lo farà ancora meno domani: questo lo sappiamo grazie alle stime riportate nelle famigerate buste arancioni dell’Inps, lo sappiamo doppiamente analizzando quello che sta succedendo in questo peculiare periodo storico, e lo sappiamo, ancora, guardando allo scenario attuale dei pensionati del nostro Paese.

Pensioni medie Italia: i dati aggiornati al 2021

pensioni italiane medieQuesto pezzo era stato scritto nel 2020. Sono voluto tornare su questo testo per portare dei numeri aggiornati nel 2021, a partire dal monitoraggio effettuato dall’INPS sui flussi di pensionamento nei primi 6 mesi dell’anno. Ad acuirsi in questo caso è lo scarto tra l’importo medio degli assegni previdenziali percepiti dalle donne e quelli percepiti invece dagli uomini: se l’importo medio per gli questi ultimi è di 1.429 euro, per le donne si parla invece di 921 euro, con uno scarto di 498 euro, di 33 maggiore (lo scarto) rispetto a quanto rilevato nel 2020. Guardando quindi all’importo medio degli assegni mensili liquidati dall’INPS tra gennai e giugno si parla di 1.155 euro, cifra che viene “tirata” verso l’alto dagli assegni percepiti dai dipendenti pubblici, decisamente più alti rispetto a quelli dei dipendenti privati. E, va sottolineato, è ancora tutto da stabilire (come spiego qui sotto) quale sarà il peso dell’emergenza sanitaria ed economica sulle pensioni di domani.

Gli assegni pensionistici di domani

Le buste arancioni di qualche anno fa hanno prefigurato un futuro tutt’altro che roseo per un sacco di lavoratori: i più accorti sono corsi ai ripari, con la creazione di una riserva finanziaria ad hoc come un fondo pensione. Ora la situazione sembra perfino peggiore, e per tanti motivi differenti. Si pensi per esempio alle conseguenze sul lungo termine della famosa Quota 100, che – come sembra di capire propri in questi giorni – verrà confermata anche per il prossimo anno, seppur con qualche modifica, andando ad aumentare l’attuale spesa pensionistica, a scapito – ahimè – di quella futura. Già chi andrà in pensione nei prossimi due anni, del resto, si vedrà recapitare degli assegni pensionistici ridotti, per via della riduzione dei coefficienti di trasformazione del montante contributivo per il biennio 2021/2022. Non bisogna poi trascurare il drastico calo del PIL causato dall’emergenza sanitaria, che potrà essere aggravato ulteriormente a breve dalle richieste di pensionamento anticipato, con un boom che sembra inevitabile proprio in questi mesi, al termine della cassa integrazione. A questo sommiamo le altre agevolazioni per il pensionamento attuale, da Opzione Donna in poi: cresceranno le richieste, diminuiranno i versamenti contributivi, con i conseguenti effetti rischiosi su un già fragile sistema pensionistico. Le prospettive per chi andrà in pensione tra 5, tra 10 o tra 30 anni non sono, e non possono essere, buone.

Le paure degli italiani

Non sono affatto pochi gli italiani preoccupati per il proprio futuro pensionistico. Anzi, sono molti, moltissimi. Secondo uno studio effettuato nel 2020 da Moneyfarm, il 46% degli italiani ha dichiarato che la propria massima preoccupazione in campo finanziario è quella di non poter contare su una pensione in grado di supportare economicamente la propria vecchiaia. Questo dato sale al 53% escludendo le risposte date dagli over 55%. E questo numero non può stupire davvero, partendo dal presupposto che nel 2039 gli over 64 sorpasseranno gli under 35 quanto a numero totale in Italia.

Una sicurezza per il futuro: la previdenza integrativa

La pensione INPS, lo abbiamo visto e lo abbiamo spiegato, non riesce da sola – in tantissimi casi – a garantire un futuro sereno. Per questo motivo è bene iniziare subito a costruire un piccolo tesoretto per il futuro, cominciando a versare poco oggi per avere tanto domani, attraverso l’apertura di un fondo pensione. Con dei contributi mensili minimi, insieme al versamento automatico del TFR nel fondo pensione, è possibile garantirsi un importante supporto economico per il pensionamento, anche grazie alla tassazione agevolata tipica della pensione integrativa, nonché alla deducibilità dei contributi (fino a 5.164 euro all’anno).

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