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Mutui casa e assicurazioni “obbligatorie”: il vizio delle banche

Mutui casa e assicurazioni “obbligatorie”

Mutui per l’acquisto della casa e polizze presentate come obbligatorie

Il lupo perde il pelo, ma non il vizio. Così recita il famoso proverbio, e come spesso accade un adagio popolare riesce a riassumere la realtà meglio di discorsi ben più lunghi e più complessi. Il lupo, in questo caso, sono le banche. E no, lungi da me fare di tutta l’erba un fascio: è sempre bene sottolineare che esistono istituti di credito e ovviamente professionisti che lavorano in ambito bancario che operano in modo del tutto corretto, e con le migliori intenzioni. Al loro fianco, vicini o lontani, ci sono però spesso degli istituti che, per l’appunto, non hanno perso il vizio di presentare come obbligatori servizi che invece non lo sono affatto. E sì, sembra assurdo, ma si parla ancora dei mutui per l’acquisto di case, e nello specifico delle polizze che le banche cercano di vendere in modo poco trasparente a chi richiede un prestito. Un prestito che, è il caso di dirlo, nella maggior parte dei casi è l’operazione finanziaria più grande, più importante e più gravosa di un’intera vita. Fa strano tirare in ballo nuovamente, nel 2022, la questione di mutui e assicurazioni obbligatorie “che non lo erano” proprio perché in tempi recenti vari istituti di credito sono stati sanzionati con multe milionarie proprio per pratiche commerciali scorrette come queste. Pensiamo per esempio alla multa da 4,7 milioni di euro che l’Antitrust aveva presentato a Compas, società di credito al consumo del gruppo Mediobanca: la sanzione era stata motivata spiegando che la società aveva “prospettato ai consumatori intenzionati a richiedere prestiti, la possibilità di accedere a questi ultimi solo sottoscrivendo polizze assicurative che nulla hanno a che vedere con il finanziamento”. E così, purtroppo, hanno fatto tante banche, e perlomeno alcune continuano a farlo tutt’oggi. Non sono infatti poche le persone che mi hanno contattato negli ultimi mesi per avere un supporto nell’orientarsi tra le offerte assicurative presentate dalle banche al momento della richiesta del mutuo, per capire cosa fosse obbligatorio e cosa no: approfondiamo la questione.

Il vizio delle banche di presentare assicurazioni obbligatorie quando invece non lo sono

Partiamo da un presupposto fondamentale: una banca può vincolare l’erogazione di un mutuo a una polizza assicurativa. A prescriverlo è l’articolo 28 della Legge sulle liberalizzazioni, datata 24 marzo 2012. Ma attenzione: non esiste alcun obbligo per il cliente di dover accettare la polizza proposta dalla banca stessa. Al contrario, che si parli di polizza scoppio e incendio o di polizza sulla vita, la banca è temuta ad accettare come buona qualsiasi polizza, di qualunque compagnia assicuratrice, che rispetti i requisiti minimi richiesti. E questo deve accadere senza che la banca vada poi a modificare le condizioni per il mutuo offerto.

Questo è il panorama legale, in sintesi. In questo contesto, come sappiamo si inserisce il mercato immobiliare degli ultimi anni che, perlomeno fino agli ultimi mesi, è stato molto conveniente per chi acquista con un mutuo, visti i tassi che sono rimasti a lungo bassi, eccezionalmente vicini allo zero. Pesino nel 2020, in piena pandemia, con tutte le preoccupazioni e con tutte le restrizioni, le richieste di mutui sono cresciute del 2,8%. In uno scenario come questo, le banche hanno potuto fare le “difficili”, se vogliamo dire così, di fronte a una grandissima platea di persone – soprattutto giovani – alla ricerca di un finanziamento. Anche le agevolazioni normative per gli under 36 introdotte dal Governo Draghi hanno avuto ovviamente un ruolo fondamentale. Ma contro quali comportamenti delle banche stiamo puntando il dito?

Mutui casa e assicurazioni “obbligatorie”: cosa succede talvolta alla richiesta di un finanziamento

Come dicevo, negli ultimi tempi ho assistito diverse persone alle prese con la sottoscrizione di un mutuo. Quando si entra in banca per richiedere un prestito di questo tipo sono sicuramente tante le cose da tenere in considerazione: il proprio budget, lo spread, il Tan, il Taeg, le spese di perizia, le spese di istruttoria e via dicendo. È normale, durante quegli incontri, essere un po’ disorientati. A tutto questo si aggiunge la faccenda delle polizze, le quali possono cambiare di parecchio il risultato, ovvero i costi per il richiedente mutuo. E purtroppo, su questo tema, si inserisce un comportamento delle banche che, spesso, è quantomeno poco trasparente o poco chiaro. Spesso è persino peggio.

Sì, perché la pessima e già multata abitudine delle banche di offrire una polizza insieme al mutuo continua a essere presente. Lasciamo da parte per questa volta tutto quello che si potrebbe dire sulla mancanza di competenze degli operatori bancari in campo assicurativo: basti in questa occasione sottolineare che, in caso di richieste di risarcimento, ci si rende sempre conto abbastanza in fretta che una banca difficilmente riesce a offrire la stessa sicurezza e risposta di un assicuratore. Purtroppo, in quei casi, il ravvedimento è decisamente tardivo.

Il problema di cui voglio parlare qui è però il modo con cui le banche tendono a offrire quelle polizze. Perché no, nessuno vieta alle banche di presentare la propria assicurazione scoppio e incendio o d’altro tipo. Deve però essere chiaro al richiedente del mutuo che non c’è e non ci può essere nessun obbligo di stipulare quelle coperture direttamente con la banca. Eppure sono tante le persone che mi telefonano o mi scrivono raccontandomi scenari completamente differenti.

A dimostrarlo c’è peraltro un’agghiacciante indagine fatta giusto l’anno scorso da Altroconsumo, che ha mandato delle persone a chiedere mutui in 35 filiali di banche diverse tra Roma, Milano e Napoli. E si è scoperto così che un terzo circa delle banche propone una polizza vita, e un altro terzo una polizza casa. Spesso tali coperture vengono fatte passare come obbligatorie, con costi che a volte possono toccare quasi il 10% del capitale del mutuo.

Ma cosa dovrebbe fare una banca che proprio vuole offrire una polizza vita al richiedente del mutuo? Semplice: dovrebbe fare la sua offerta e poi bloccare la proposta del mutuo per 10 giorni, dando così al richiedente tutto il tempo per cercare delle offerte più adatte, più complete o più economiche sul mercato (spesso queste tre cose si possono trovare nella stessa polizza). Va peraltro detto che la legge impone che la banca stessa proponga al richiedente altri due preventivi, provenienti da compagnie assicurative del tutto slegate. Tanti miei clienti mi dicono che questa pratica non viene assolutamente seguita, e del resto la stessa Altroconsumo dichiara che questa procedura “è rimasta per lo più sulla carta”.

Alcune banche si limitano a non precisare che le polizze proposte sono facoltative, altre non spiegano che le coperture possono essere acquistate altrove, altre ancora presentano le proprie assicurazioni come se fossero effettivamente obbligatorie.

Che cosa dovrebbe fare il richiedente del mutuo di fronte a dei comportamenti di questo tipo?

Come agire di fronte alle banche che presentano delle polizze obbligatorie

Chi richiede un mutuo, di fronte all’imposizione di polizze obbligatorie “interne”, dovrebbe far presente alla banca di essere a conoscenza che tali coperture possono essere richieste anche altrove. Questo dovrebbe essere già di per sé sufficiente per far capire alla banca che non è il caso di procedere sulla forzatura delle polizze abbinate al mutuo.

Ma cosa dovrebbe fare, invece, il malcapitato che ha già accettato la proposta di mutuo con una o più polizze abbinate, per rendersi conto poco dopo di aver scelto una copertura inadatta, inefficace, inutile o semplicemente ingiustamente costosa? Ebbene, esiste un’ancora di sicurezza, che però in pochi conoscono: parlo ovviamente del diritto di ripensamento, ovvero del diritto di recesso. Tale possibilità è attuabile entro 30/60 giorni dalla sottoscrizione della polizza: il mutuario che desidera recedere dal contratto è tenuto a inviare una raccomandata con ricevuta di ritorno in cui spiega di voler recedere dal contratto, ottenendo così tra le altre cose il rimborso totale di quanto è già stato pagato.

Purtroppo, ci sono persone che si rendono conto troppo tardi di aver fatto questo errore, o meglio, di essere stati raggirati – o quantomeno male informati – dal proprio istituto di credito. Vuoi avere la certezza di scegliere le polizze giuste e necessarie per la tua casa al momento della richiesta di mutuo, o vuoi un supporto per esercitare il diritto di ripensamento? Contattami: ti aiuterò a trovare la soluzione più adatta alle tue esigenze!

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