L’esercito dei liberi professionisti in Italia e le indennità da malattia
Il tema della malattia liberi professionisti è cruciale per tantissime persone. E non è un caso: come è noto il nostro paese spicca per la diffusione della piccola imprenditorialità, che si manifesta nel grandissimo numero di piccole e micro imprese, ma anche nell’alto numero di professionisti e autonomi. Basti pensare al fatto che, solamente guardando al regime forfettario – stando a un recente rapporto ISA – si contano quasi 1,4 milioni di partite Iva. E queste rappresentano circa 6 partite Iva su 10.
Sono proprio vantaggi del forfettario a spingere tante persone verso il lavoro autonomo e la libera professione: possono accedervi e restarvi di fatto tutti i professionisti con un reddito massimo di 65.000 euro. Una volta dentro, per i primi 5 anni, si ha diritto a un’aliquota fissata a 5%, che al 6° passa al 15%. Solamente quando e se si supereranno i 65.000 euro di reddito si sarà catapultati verso il normale regime di tassazione, con aliquota fissata al 41%.
Non stupisce che, a fronte di un regime – almeno a prima vista – così vantaggioso, in Italia ci siano tanti autonomi. Il problema è che lasciando il lavoro dipendente per darsi alla libera professione una persona lascia di per sé anche parecchi vantaggi: si pensi per esempio alla copertura per i giorni di malattia. Ma come funziona effettivamente la copertura della malattia liberi professionisti? Come si ponte l’INPS nel confronto degli autonomi, e cosa è possibile fare per migliorare questa situazione?
- Malattia liberi professionisti: il quadro generale di partenza
- Facciamo un esempio: l’indennità malattia con la Gestione separata INPS
- E se la malattia fosse lunga o invalidante?
- Le polizze malattia per autonomi e liberi professionisti
Malattia liberi professionisti: il quadro generale di partenza
Partiamo da un presupposto fondamentale. Il regime forfettario, di per sé, non porta l’autonomo a godere di alcuna indennità di malattia. Sono previste invece delle indennità per i professionisti che sono iscritti alle casse specifiche delle proprie professioni – come gli artigiani – e per i professionisti iscritti alla Gestione separata INPS, che risulta obbligatoria per una lunghissima lista di liberi professionisti senza cassa. .
Questo significa che, da una parte, ci sono i lavoratori dipendenti, che nella generalità dei casi si possono dire automaticamente tutelati in caso di malattia. Dall’altra parte c’è la galassia dei lavoratori autonomi. Qui non c’è nessun automatismo: in alcuni casi non è prevista nessuna indennità di malattia, mentre in altri casi, a determinate condizioni, esistono effettivamente degli indennizzi. I quali però, come vedremo, possono far stare tranquilli solamente fino a un certo punto.
Per capire meglio di cosa stiamo parlando, vediamo come viene gestita la faccenda della malattia liberi professionisti nel caso della Gestione separata INPS.
Facciamo un esempio: l’indennità malattia con la Gestione separata INPS
Chi può accedere all’indennità malattia con la Gestione separata INPS? Per prima cosa, bisogna essere iscritti. É necessario inoltre avere accreditato almeno un mese di contributi nei 12 mesi precedenti l’inizio della malattia. Bisogna poi guardare all’anno solare che precede l’inizio della malattia, e verificare che il reddito soggetto a contribuzione non abbia superato il 70% del massimale contributivo previsto per quell’anno. Si parla circa di 105.000 euro, e quindi di circa 72.000 euro all’anno. E ancora, è necessario che l’attività lavorativa risulti in corso, e che alla malattia faccia seguito un’effettiva impossibilità di lavorare.
Ipotizziamo quindi che il libero professionista soddisfi ognuno di questi requisiti. Quanto potrà ricevere di indennità malattia da INPS? Il calcolo non è immediato. Si parte dal massimale contributivo annuo, che per il 2022 è fissato precisamente a 105.014 euro (con un minimale posto a 16.243 euro). Si divide questo massimale per il numero di giorni dell’anno, ovvero 365, per arrivare alla cifra di 287 euro. Questo valore deve poi essere moltiplicato per una percentuale, la quale si ricava guardando al numero di mensilità di contribuzione accreditate nei 12 mesi precedenti. Nel caso di almeno 9 mensilità si moltiplica per il 16%, nel caso di meno di 8 mensilità si moltiplica per il 12%, nel caso di meno di 4 mensilità (ma almeno una) si moltiplica per l’8%.
Non si parla in ogni caso di cifre incoraggianti. Anzi, si tratta di cifre che effettivamente possono spaventare il lavoratore autonomo. Ma non è tutto qui. L’indennità spetta al massimo per 1/6 dei giorni lavorati nei 12 mesi precedenti, in ogni caso fino a un massimo di 61 giorni (senza soffermarsi sul fatto che non vengono tenuti in considerazione eventi con una durata inferiore ai 4 giorni). Ecco, questo è quello che spetta al lavoratore autonomo e al libero professionista iscritto alla Gestione separata INPS in caso di malattia.
E se la malattia fosse lunga o invalidante?
Abbiamo visto quelli che sono i limiti effettivi delle indennità di malattia INPS per lavoratori autonomi. Si parla di un’indennità giornaliera pericolosamente bassa, per le sole malattie che durano più di 4 giorni e in ogni caso per una durata minore a 61 giorni (o meno, in base a quanto si è effettivamente lavorato l’anno precedente).
Ma cosa accadrebbe nel caso di una malattia più lunga, che tenga il lavoratore lontano dalla propria attività, e quindi di fatto senza nessun tipo di entrata? E ancora, cosa accadrebbe nel caso di una malattia invalidante, che metta in questione anche la capacità effettiva di riprendere il lavoro? Quanto abbiamo visto finora, in tutti questi casi, è semplicemente inutile.
Certo, con il 2022 finalmente il libero professionista è stato dispensato dalla responsabilità fiscale in caso di sospensione dell’attività lavorativa in seguito di una malattia grave o di una patologia con ricovero. Ma un conto è essere dispensato dai versamenti fiscali, un altro conto è avere degli aiuti effettivi. Di più: questa esenzione vale solo per i professionisti iscritti a degli albi professionali, e non per quelli iscritti alla Gestione Separata Inps.
Insomma, quando si parla di copertura malattia liberi professionisti, il cielo sopra al lavoratore è grigio, o persino nero. Non deve però per forza essere così: esistono infatti delle polizze studiate appositamente per proteggere figure come il lavoratore autonomo, mettendolo al riparo dai danni economici – e non solo – derivanti da malattie con diversi livelli di gravità.
Le polizze malattia per autonomi e liberi professionisti
Quali sono le indennità da malattia che possono essere riconosciute a un lavoratore professionista o a un lavoratore autonomo? Si parla ovviamente della Morte da Malattia, ma anche dell‘Invalidità Permanente da Malattia, della Rendita Vitalizia da Malattia (nel caso di superamento di una percentuale invalidante superiore al 65%) nonché della Diaria da Ricovero e convalescenza da Malattia.
Le soluzioni assicurative per mettere al sicuro sé stessi e la propria famiglia quindi esistono, anche quando si parla di lavoratori autonomi e liberi professionisti, in presenza o meno di casse professionali. Certo, la scelta delle polizze più adatte non è facile, come non è facile scegliere il capitale assicurato: per questo però ci sono degli esperti come il sottoscritto, ovvero un consulente assicurativo che conosce perfettamente le soluzioni presenti sul mercato come i loro meccanismi.
Facciamo un esempio, per capire di cosa si parla. Pensiamo a una copertura per invalidità permanente da malattia, un’eventualità che come abbiamo visto è del tutto trascurata dal comparto INPS. In quel caso, sottoscrivendo una polizza ad hoc, potrà avere una liquidazione di un capitale (per esempio da 150.000 euro) nel caso di malattie con invalidità uguale o superiore al 25%; nel caso di invalidità permamenti maggiori si potrà peraltro scegliere anche la possibilità di ricevere un assegno mensile fisso nel tempo.
Quando si parla di coperture per malattie, in ogni caso, è bene tenere in considerazione anche la possibilità di includere delle polizze dedicate al rimborso delle spese mediche: questo permetterà di accedere alle migliori e più rapide cure – attraverso la sanità privata – senza dilapidare i propri risparmi. Dalle visite specialistiche agli esami di diagnostica, fino agli interventi chirurgici e alle spese di fisioterapia e di riabilitazione: con la giusta copertura salute si può avere la certezza di fare tutto il possibile per la propria salute, senza dover guardare al portafoglio.
Sei un libero professionista o un lavoratore autonomo e desideri un supporto per scegliere la più adatta tra le coperture malattia liberi professionisti? Contattami: ti aiuterò a trovare la soluzione su misura per te!