Infortuni gravi, liberi professionisti e autonomi: la situazione
In Italia c’è una moltitudine dei partite Iva. Talvolta si apre una partita Iva per necessità, altre volte per scelta. Di certo però, di tanto in tanto, si rimpiange o si guarda come minimo con invidia ai classici contratti di lavoro dipendente, con le vacanze pagate, i giorni di permesso, le tutele in caso di malattie e di infortuni, nonché con un mondo scevro da difficili procedure fiscali e complicatissime procedure amministrative, al punto da diventare talvolta quasi insostenibili. E di sicuro le partite Iva in Italia non sono poche: nel nostro paese si contano quasi 5 milioni di autonomi, più di un 1 milione trecentomila professionisti, e oltre 200mila imprenditori fatti e finiti. Certo, la partita Iva offre in genere alcuni vantaggi, ma in materia di malattia e di invalidità mette il lavoratore di fronte a delle minacce da non trascurare. Di per sé, infatti, la tutela prevista per i professionisti in questo ambito è decisamente più bassa, anche se va detto che negli ultimi anni le diverse casse di categoria hanno fatto qualche piccolo passettino in avanti. Pensiamo per esempio agli avvocati, i quali hanno diritto a un’indennità giornaliera in caso di malattia. Ma cosa succede, in generale, a una partita Iva qualsiasi che va incontro a un infortunio grave e invalidante, che pregiudica la possibilità di lavorare per settimane e perfino per mesi?
- L’infortunio grave della partita Iva e l’Inail
- L’infortunio lontano dal luogo di lavoro e le indennità Inail
- La non copertura dell’Inail e la necessità di un’assicurazione contro gli infortuni
L’infortunio grave della partita Iva e l’Inail
Partiamo da un presupposto fondamentale: eccezione fatta per determinate categorie di persone con partita Iva, non esiste un reale obbligo di assicurazione all’Inail. Detto questo, un lavoratore che paga abitualmente i contributi previdenziali e assistenziali Inail ha la possibilità interrompere i versamenti contributivi nel momento in cui è impossibilitato a proseguire l’attività per un periodo superiore ai 60 giorni. La sospensione non è però eterna, essendo valida solo fino a un massimo di 2 anni, la quale di fatto è la durata massima di un infortunio prevista dall’Inail. Va però sottolineato il fatto che, una volta rientrato a lavoro, il professionista dovrà versare comunque i contributi relativi al periodi di sospensione, con la possibilità di rateizzare i pagamenti.
A prescindere da tutto, i lavoratori titolari di Partita Iva non hanno un diritto assoluto di percepire un’indennità obbligatoria dalle casse previdenziali per coprire il periodo di un infortunio, nemmeno nel momento in cui sia dimostrato che questo abbia avuto luogo sul lavoro. Da qui, quindi, la creazione di casse professionali ad hoc, per sopperire a questa mancanza. Ma cosa dovrebbe fare la partita Iva che non può contare su una cassa professionale, o comunque che non può contare su una cassa che possa tutelarlo in caso di infortunio invalidante?
L’infortunio lontano dal luogo di lavoro e le indennità Inail
Per capire quanto possa essere difficile talvolta recepire la preziosa indennità Inail in caso di infortunio, guardiamo al caso degli artigiani, e ancora più precisamente al caso dell’infortunio lontano dal luogo di lavoro. Come ci dice l’articolo 4 l. 1124/65 per l’artigiano è prevista una tutela assicurativa di fronte agli infortuni solo nel momento in cui questi siano avvenuti durante un”opera manuale nell’impresa, e limitatamente all’opera stessa. In una circolare (n.33/87) l’Inail ha spiegato che devono essere considerate come “avvenute in occasione del lavoro” tutte le attività compatibili con la manualità e abitualità. Ecco allora che restano escluse per forza di cose tutte le attività non relative all’opera in sé, quanto alla sfera imprenditoriale. Ma cosa accade quindi a un artigiano che si infortuna al di fuori delle operazioni compatibili con la manualità e con l’abitualità? Come può assicurare il proprio bene e quello della propria famiglia, nel momento in cui basta un infortunio qualsiasi – magari legato a qualche pratica amministrativa, o magari del tutto estranea al mondo del lavoro – per compromettere del tutto le sue entrate?
La non copertura dell’Inail e la necessità di un’assicurazione contro gli infortuni
Nel caso di un infortunio di 3, 4 o 5 giorni, il fatto di ritrovarsi senza indennità può tradursi in un fastidio, o anche in una brutta grana. Questo, però, non metterà a rischio in modo grave e irrimediabile la propria stabilità finanziaria.
E se invece un infortunio invalidante ti mettesse fuori gioco per settimane o persino mesi? Come si potrebbe superare un lungo periodo di stop di questo tipo senza un’indennità? Non sono tanti i professionisti che possono permettersi di affrontare indenni una situazione di questo tipo, non senza chiedere prestiti o fare dei sacrifici che mai e poi mai si sarebbe sognati di dover fare.
Nessuno dovrebbe trovarsi in una situazione di questo tipo, e perciò è indispensabile stipulare un’assicurazione contro gli infortuni, tale da garantire un’indennità per qualsiasi tipo di infortunio, avvenuto sul lavoro, in itinere o in un’altra attività che nulla a che fare con la propria attività.
Con una buona polizza salute si può avere la certezza che, qualsiasi cosa succederà sul lavoro, a casa, nelle attività sportive o nel tempo libero, si riceverà un’indennità. Un infortunio dovuto a un incidente stradale, una lesione a un muscolo o a un tendine per un movimento strano fatto sul lavoro, delle lesioni in seguito a un’aggressione per strada: questi sono solamente alcuni degli incidenti che possono essere coperti da una polizza infortuni per partite Iva.
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