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Liberi professionisti e infortuni sul lavoro: che cosa succede quando un autonomo si infortuna?

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Infortuni su lavoro e liberi professionisti

Cosa succede quando un libero professionista si infortuna sul lavoro? La prassi, quando a infortunarsi è un dipendente, la conosciamo tutti. In estrema sintesi, e semplificando al massimo, il lavoratore dipendente che si infortuna ha diritto a una copertura del periodo necessario al recupero. Di più: l’Inail va a coprire l’infortunio sul lavoro del dipendente anche quando l’incidente è stato causato direttamente dalla disattenzione, dall’imperizia o dall’imprudenza del lavoratore stesso. E ancora, l’Inail copre anche i costi di infortuni avvenuti non sul luogo di lavoro, quanto invece nel tragitto tra casa e posto di lavoro, in itinere. A partire da questi presupposti, in caso di infortunio, il dipendente dovrà comunicare immediatamente la cosa al datore di lavoro, il quale lo indirizzerà al Pronto Soccorso; qui, in seguito alla visita medica, viene rilasciato un certificato medico, da trasmettere al datore di lavoro per effettuare la denuncia sul lavoro Inail, così da attivare la copertura. Le cose, invece, sono più complicate per il libero professionista: vediamo perché e come.

Quanto costano gli infortuni sul lavoro

Prima di vedere cosa può accadere al libero professionista in caso di incidente, vale la pena dare un’occhiata al costo degli infortuni sul lavoro. E certo, non è per nulla semplice quantificare in modo esatto quanto può costare un incidente di questo tipo. Un artigiano che si rompe un dito in cantiere affronterà dei costi differenti rispetti a un libero professionista nel mondo dei trasporti che dovesse incorrere in un incidente con il proprio camion. Esistono però degli studi che ci possono aiutare a fare un po’ di luce sui costi “medi” degli infortuni nel nostro Paese. In genere è noto che, nel nostro Paese, il costo complessivo delle malattie professionali e degli infortuni è di 45 miliardi di euro, ovvero di circa 3,5 punti percentuali del Prodotto Interno Lordo. Questa è una cifra che viene ripetuta spesso, che però ci dice poco o nulla sul costo effettivo del singolo incidente, in media. Uno studio interessante sul tema è stato effettuato dall’Agenzia Europea per la sicurezza Eu-osha che ha condotto lo studio di ricerca “The value of occupational safety and health and the societal costs of work-related injuries and diseases”. Lo studio in questione compare i dati degli infortuni sul lavoro in Germania, Polonia, Finlandia, Paesi Bassi e Italia, e da questa comparazione escono molti dati interessanti, non tutti lusinghieri per il nostro Paese. Andando a leggere le tabelle finali dello studio si scopre che in Italia il costo totale complessivo degli infortuni e delle malattie professionali (i dati sono relativi al 2015), tenendo conto dei costi diretti, dei costi indiretti e dei costi immateriali, arriva al 6,3% del PIL. E per quanto riguarda il costo medio del singolo infortunio? Lo studio ci dice che il costo totale medio per caso è di 54.964 euro. Un’enormità. Ma la matematica non mente. Dividendo il tutto per il numero di dipendenti, quello che salta fuori è una media di 4.667 euro: se dovessimo spalmare il costo degli infortuni e delle malattie professionali su ogni lavoratore dipendente, quella sarebbe la cifra annuale.

A infortunarsi, però, non sono solamente i lavoratori dipendenti. Vediamo cosa accade quando si parla di infortuni su lavoro e liberi professionisti.

Cosa succede quando si infortuna un libero professionista

Diciamolo subito: ci sono tanti liberi professionisti che non hanno nessuna polizza privata per gli infortuni sul lavoro. Per quale motivo? Si potrebbe pensare che a spingere da questa parte sia il costo dell’assicurazione, la quale però, in realtà, costa piuttosto poco: si parla di premi annui di natura quasi irrisoria, considerati i costi degli infortuni quali li abbiamo visti sopra. Il vero motivo è un altro: non è nota l’utilità della polizza infortuni per lavoratori autonomi, per il semplice fatto che non ci si informa sulla copertura Inail per liberi professionisti fino al momento in cui non se ne ha bisogno, ovvero di fatto quando è troppo tardi.

Devi sapere allora che l’indennizzo che viene corrisposto a un lavoratore autonomo assicurato non è calcolato in base alla cifra dei contributi versati, quanto invece in base all’entità dell’infortunio, e che, va sottolineato, l’indennità è prevista anche per infortuni minori, e non solamente per infortuni particolarmente gravi.

Ma non è tutto qui: a smuovere il libero professionista verso la polizza privata contro gli infortuni dovrebbero essere le disavventure che sono successe a tanti altri lavoratori autonomi in Italia – e si sa, ce ne sono davvero tanti – che non si sono visti corrispondere dall’Inail nessun tipo di invalidità e copertura dei giorni lavorativi, pur a fronte di un infortunio concreto e inabilitante.

Penso per esempio a quello che è successo quest’estate ad un mio cliente, un artigiano attivo nel mondo dell’edilizia che, appoggiando maldestramente un marmo passante sotto una finestra, si è infortunato due dita della mano destra. Niente di particolarmente grave, certo che no, ma abbastanza per non poter lavorare per 10 giorni. Come spesso accade, però, pur di fronte all’evidenza, l’Inail non ha riconosciuto al lavoratore autonomo nessuna invalidità, non rientrando l’infortunio in questione nelle criteri espressi nelle sue tabelle. Per l’Inail, insomma, il mio cliente non avrebbe ricevuto nessuna invalidità, né nessuna copertura per i giorni di riposo.

In questo caso, però, non è stato assolutamente un problema: il mio cliente, infatti, potendo contare su un’assicurazione salute stipulata cinque anni fa, che nel tempo lo ha già aiutato più di una volta a prendere con un po’ più di filosofia i piccoli infortuni in cantiere, ha ricevuto quasi 2.000 euro. 

Vuoi metterti anche tu al riparo dagli infortuni sul lavoro, anche se sei un libero professionista e non hai le coperture tipiche dei lavoratori dipendenti? Contattami: troveremo insieme la polizza salute più adatta a te!

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