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L’infortunio nella ristorazione è tutt’altro che raro
Nel novembre del 2022 INAIL ha pubblicato un interessante rapporto sull’andamento degli infortuni e delle malattie professionali nel settore del Turismo. Qui si legge che se nel triennio 2017-2019 si viaggiava circa su 30 mila infortuni l’anno, nell’anno del lockdown, e quindi nel 2020, si è vista una grande flessione, per arrivare a 19.500 infortuni. L’anno successivo, nel 2021, con la ripresa del settore, ci si è attestati a 21.000 infortuni. Non stupisce che 8 denunce su 10 siano state relative alla ristorazione. Pensiamo al cameriere che si muove velocemente in sala con un vassoio in mano e che, inciampando, cade malamente; o al cuoco che, per un attimo di distrazione, si taglia. Ma pensiamo anche ai dipendenti che non utilizzano nel modo giusto i macchinari presenti in cucina, facendosi così del male, o ai ristoratori che non mettono a disposizione le necessarie e obbligatorie dotazioni di sicurezza, o che non controllano regolarmente i dispositivi presenti. Di cause di possibili incidenti ce ne sono tantissime, e non di rado da potenziali si trasformano in reali e concrete, con danni fisici anche importanti per i dipendenti e problemi tutt’altro che indifferenti per il ristoratore. Oggi vederemo quindi qual è la situazione per quanto riguarada gli infortuni del personale nei ristoranti, per poi vedere in che modo il ristoratore può proteggersi da queste evenienze.
- Quanti e quali infortuni del personale nei ristoranti
- Perché gli infortuni sono così frequenti nella ristorazione
- Le conseguenze dell’infortunio per il ristoratore
- Oltre la prevenzione: come proteggere il ristorante
Quanti e quali infortuni del personale nei ristoranti
Stando ai dati INAIL del 2022, gli infortuni del personale nei ristoranti nell’arco dell’anno sono 16.000: facendo due conti, si parla di una denuncia di infortunio sul posto di lavoro ogni 32 minuti. Se l’area del settore che conta il maggior numero di infortuni è senza soprese quello della ristorazione al tavolo, con 7.820 denunce (su 244.836 addetti, il 3,2%) quella con l’incidenza più alta è relativa ai servizi di mensa e catering, con 3.218 infortuni su 47.588 dipendenti, arrivando così al 6,8%.
Va sottolineato che sono compresi nel conteggio anche gli infortuni in itinere, e quindi le denunce relative a infortuni avvenuti durante gli spostamenti. Guardando invece solamente gli infortuni registrati in occasione di lavoro, si scopre che:
- nel 40% dei casi si parla di lesioni fisiche conseguenti a movimenti (con o senza sforzo fisico) giudicati come intempestivi, inopportuni o non coordinati, con o senza il coinvolgimento di altri oggetti;
- nel 25% dei casi si parla della perdita di controllo di un attrezzo, di un utensile o di un mezzo;
- Nel 20% dei casi si parla invece di scivolamenti o di cadute.
E in effetti nei ristoranti, soprattutto nelle cucine, di strumenti che possono fare danni ne esistono davvero tanti. Coltelli, affettatrici, tritacarne, frullatori, friggitrici, piani di cottura, pentole contenenti liquidi bollenti, e via dicendo.
Perché gli infortuni sono così frequenti nella ristorazione
Di certo gli infortuni del personale nei ristoranti sono alti – si sono visti i numeri – per diversi motivi. Si parla per l’appunto, come si è visto sopra, della presenza di diversi strumenti che, usati non correttamente, mettono a rischio l’incolumità dei dipendenti. Ma si parla anche di un lavoro che conosce dei picchi di “richieste” in orari ristretti, tipicamente a pranzo e a cena: qui le sale si riempiono, le comande si moltiplicano, i movimenti diventano più veloci, e le probabilità di incappare in infortuni putroppo aumenta di conseguenza, tanto più quando questi ritmi di lavoro intensi hanno luogo in spazi angusti. Va poi detto che nel mondo della ristorazione lavora una buona fetta di persone giovani, non sempre preparate a sufficienza per svolgere il lavoro in modo sicuro: secondo i dati Inail infatti la fascia d’età più colpita (il 46% del totale) è proprio quella dei dipendenti fino a 34 anni.
Le conseguenze dell’infortunio per il ristoratore
Sono note le conseguenze di un infortunio per il lavoratore. Si parla di dolore, di inabilità, di disagio, e via dicendo; talvolta si parla di infortuni che non lasciano alcuno strascico, mentre altre volte dei traumi possono comportare lesioni permanenti, con conseguenze gravi quindi anche sul lungo termine. A livello legale, un infortunio sul lavoro si traduce per un dipendente nel diritto di assentarsi per tutte le giornate di prognosi indicate dal medico di riferimento, nel diritto di ottenere prestazioni economiche e sanitarie erogate dall’INAIL, e via dicendo.
E dal punto di vista del ristoratore? Il ristoratore, nel caso in cui le misure di sicurezza e di prevenzione non siano state perfettamente rispettate, può essere obbligato a risarcire il danno subito dal proprio dipendente. Per ogni infortunio l’INAIL apre infatti un’indagine di ufficio, la quale può portare in certe condizioni a sanzioni o a rivalse.
E ci sono ovviamente altre conseguenze per il ristoratore, a prescindere dalla responsabilità dell’infortunio: gli infortuni del personale nei ristoranti si possono tradurre per esempio in blocchi o rallentamenti importantissimi della produzione, con danni grossi per l’azienda. Si pensi a cosa potrebbe voler dire per una pizzeria ritrovarsi di colpo senza pizzaiolo nel bel bezzo di un sabato sera, con le sale piene. Disagi, perdite economiche, perdite d’immagine. E talvolta, durante il periodo di assenza del dipendente infortunato – che può essere più o meno lungo – la squadra del ristorante nel suo complesso può avere difficoltà a mantenere a un livello sufficiente le proprie performance. Insomma, gli infortuni del personale nei ristoranti possono avere conseguenze tutt’altro che trascurabili per il ristoratore.
Oltre la prevenzione: come proteggere il ristorante
Abbiamo visto che un infortunio può creare non pochi problemi a un ristoratore. Ma abbiamo visto anche che questa evenienza non è per nulla rara, anzi: si parla di una denuncia di infortunio ogni 32 minuti. Diventa quindi importantissimo correre al riparo. Ecco allora che il lavoro va organizzato al meglio, che i lavoratori devono essere formati sull’uso corretto degli strumenti, che gli strumenti devono essere a norma e regolarmente controllati, e via dicendo. E non è tutto qui. Certo, la prevenzione è fondamentale, ma è bene proteggere comunque la propria attività in caso di incendente, sapendo che cancellare del tutto gli infortuni è praticamente impossibile, e che le richieste di danni e le relative spese legali possono finire per costituire cifre molto alte, tali talvolta da mettere in ginocchio anche delle attività fiorenti. Da qui la convenienza della polizza RC dell’impresa, per proteggere il ristoratore dalle richieste di risarcimento, e della polizza tutela legale, per vedersi rimborsati degli oneri sostenuti per l’assistenza giudiziale e stragiudiziale, in ambito civile o penale.
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