Fondo Pensione, Previdenza TFR

Inflazione: gestione interna vs gestione esterna del TFR

Gestione esterna del TFR

L’inflazione e il TFR dei dipendenti

Era da parecchio tempo che il termine “inflazione” mancava dai quotidiani italiani. Negli ultimi mesi, ahimè, è invece tornato a essere protagonista. Stando al rapporto Istat di febbraio, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo in Italia è aumentato del 6,2% in un solo anno. Come è noto la parte preponderante dell’incremento è da ricondurre al rincaro dei prezzi dell’energia, con i prezzi del greggio che sono schizzati al massimo con lo scoppio della guerra in Ucraina. Ma l’inflazione si vede ovunque: escludendo energia e alimentari freschi, il suo aumento è maggiore all’1,5%; escludendo i soli beni di natura energetica, l’inflazione è compresa tra l’1,8 e il 2,1%. Guardando all’indice del carrello della spesa, l’inflazione registrata è pari al 4,7%. Il momento è quindi delicato, con una netta revisione al ribasso delle stime di crescita per il 2022. Il fatto da tenere ben in mente è che l’inflazione va a colpire tanti diversi aspetti della quotidianità: si pensi per esempio alla rivalutazione del TFR, la quale ovviamente deve essere restituita ai dipendenti delle aziende. In questo campo, come purtroppo in tanti altri, l’inflazione si traduce in un aumento concreto dei costi per le aziende. Come gestire quindi il TFR dei dipendenti in una fase come questa? Come mitigare l’incidenza dei costi? La soluzione, ancora una volta e soprattutto oggi, è rappresentata dai fondi pensione, e quindi dalla gestione esterna del TFR dei dipendenti.

Gestione interna vs gestione esterna del TFR: il ruolo dei fondi pensione

Abbiamo già visto altre volte cos’è un fondo pensione e quali sono i vantaggi di versare il TFR nel fondo pensione. Come è noto, il fondo è uno strumento sviluppato per l’erogazione di trattamenti pensionistici complementari, per offrire ai cittadini dei livelli più alti di copertura previdenziale. I grandi vantaggi del fondo pensione sono due: prima di tutto conviene a livello fiscale (vedremo dopo il perché) e in secondo luogo è tutelato dalla Commissione di vigilanza sui fondi pensione (COVIP). Un fondo pensione può essere alimentato nel tempo in tre diversi modi: si parla di contributi volontari a carico del dipendente, di eventuali contributi a carico dell’azienda e, tipicamente, dal TFR. Ed è proprio per questo che, grazie al fondo pensione, è possibile esternalizzare facilmente la gestione del TFR, con importanti vantaggi per l’azienda come per il dipendente.

Gestione esterna del TFR attraverso il fondo pensione: i vantaggi per l’azienda

Qual è la situazione che le aziende si trovano a vivere in questi delicati primi mesi del 2022 a causa dell’inflazione, nei confronti del TFR? In questo periodo l’obiettivo è ovviamente quello di ridurre laddove possibile i costi, su tutti i fronti, pur non andando a ridimensionare le performance. E proprio la rivalutazione del TFR rappresenta, da questo punto di vista, un pericolo di medio periodo da non trascurare. Sappiamo infatti che la rivalutazione annuale prevista dalla legge è data per l’1.5% da una parte fissa, alla quale si aggiunge una quota variabile pari al 75% dell’aumento dell’inflazione. Ebbene, tra il 2011 e il 2020 la rivalutazione netta del TFR è stata dell’1,9%, laddove invece la rivalutazione netta nel solo anno 2011 è stata del 3,6%. In uno scenario di questo tipo, optare per la gestione esterna del TFR attraverso il fondo pensione permette di ridurre i costi, a partire dalle caratteristiche naturali di questo strumento. Va infatti ricordato che tra i vantaggi fiscali per l’azienda ci sono la deducibilità dal reddito d’impresa del 4% del TFR versato annualmente nel fondo pensione, l’esonero dal versamento del contributo al Fondo di garanzia del TFR e la riduzione degli oneri impropri a carico del datore di lavoro. E ancora, bisogna sottolineare che il datore di lavoro, sul TFR conferito a un fondo pensione, viene esonerato dalla rivalutazione del TFR e dal versamento dell’imposta sostitutiva dell’17%. Non nuoce inoltre sapere che la liquidazione del TFR, al momento opportuno, verrà effettuata direttamente dal fondo, senza che l’azienda debba anticipare nulla (anticipo che invece è richiesto in caso di TFR trasferito all’INPS). Conti alla mano, considerando il risparmio fiscale, il risparmio contributivo e la mancata rivalutazione del TFR, un’azienda di 15 dipendenti può risparmiare circa 2.200 euro l’anno, mentre un’azienda con 40 dipendenti può arrivare a un risparmio di quasi 6.000 euro l’anno. Si parla, in ogni caso, di un risparmio di oltre il 10% rispetto a quanto avverrebbe in uno scenario di gestione interna del TFR.

Gestione esterna del TFR attraverso il fondo pensione: i vantaggi per il dipendente

Partiamo da un assunto generale sul comportamento che dovrebbe tenere un investitore – e tale è anche il dipendente con il proprio TFR – in un periodi di incremento dell’inflazione: l’antidoto da usare in questi casi è la crescita delle performance, tenendo in considerazione il proprio specifico orizzonte temporale. Quando si parla di TFR e di fondi pensione si parla infatti di tempi lunghi, e quindi di durate tali da assorbire i momenti di oscillazione dei mercati. Scegliere di versare il proprio TFR in un fondo pensione in questo momento significa approfittare di un timing favorevole per il proprio investimento. Attraverso la consulenza di un esperto, inoltre, è possibile orientare la propria scelta verso un fondo previdenziale con costi inferiori rispetto alla media del mercato. È così possibile cogliere il meglio del periodo, approfittando del ribasso dei mercati in un’ottica di lungo periodo, riducendo l’impatto iniziale dei costi e puntando a una crescita successiva del risparmio previdenziale.

Desideri un supporto per avviare la gestione esterna del TFR dei dipendenti, o vuoi un aiuto per scegliere il fondo pensione più adatto? Contattami, e troveremo insieme la soluzione più efficace, sul medio e sul lungo periodo.

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