Imprese e risk management

Infortuni sul lavoro: quali sono le imprese più a rischio

Quali sono le imprese con il maggior rischio di infortuni sul lavoro?

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Quali sono le imprese con il maggior rischio di infortuni sul lavoro?

Nel 2022 sono stati registrati 697.773 infortuni sul lavoro, con un aumento del 25,7% rispetto al 2021, del 25,9% rispetto al 2020 e dell’8,7% rispetto al 2019. Insomma, la situazione non è per niente rosea: anziché migliorare, come dovrebbe essere visti gli sforzi fatti negli ultimi anni per rendere più sicuri i luoghi di lavoro, lo scenario sta invece peggiorando. Questo preoccupante andamento infortunistico non può essere trascurato, da nessuno. Non dal legislatore, non da chi è deputato al controllo, non dai sindacati e ovviamente non dalle aziende, che devono affrontare il fatto che il mondo del lavoro italiano non è sicuro come dovrebbe essere. Ma quali sono le imprese con il maggior rischio di infortuni sul lavoro? In quali settori, in quali attività è necessario fare di più per garantire la sicurezza dei lavoratori, e per non mettere a rischio in secondo luogo l’azienda stessa?

I risarcimenti Inail e le inadempienze del datore di lavoro

Come è noto, in Italia vige l’assicurazione obbligatoria Inail. Ecco che allora con questa protezione si ha in linea di massima la certezza di venire risarciti per ogni incidente avvenuto per causa violenta in occasione di lavoro, incidente dal quale derivi un’inabilità temporanea (ma per almeno 3 giorni) o permanente, o nei casi peggiori la morte. Ma attenzione: come recita l’articolo 287 del Codice Civile, “l’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”. Nel momento in cui viene dimostrato che l’infortunio è stato causato almeno in parte da una inadempienza da parte del datore di lavoro, quest’ultimo è responsabile del risarcimento dei danni subiti dal lavoratore: questo significa che l’Inail, in scenari simili, è solo un intermediario. Ne deriva quindi che l’azienda è tenuta a rendere sicuro il posto di lavoro prima di tutto per la salute dei dipendenti, e in secondo luogo per proteggere sé stessa e il proprio patrimonio.

I diversi numeri regionali: Bolzano, Trento e Veneto nelle prime posizioni

Per vedere quali sono le imprese con il maggior rischio di infortuni sul lavoro può essere utile guardare prima di tutto alle differenze geografiche tra le diverse aree del Paese, per capire in quali regioni si registrano di fatto più denunce di infortunio. Guardiamo ai dati del 2021, elaborati e divisi in regioni e provincie da Inail: quell’anno si erano contate 564.089 denunce di infortunio sul lavoro, su poco meno di 22 milioni di lavoro occupati. Di fatto, nel 2021 a livello nazionale ci sono stati 2,6 infortunati ogni 100 lavoratori. Ma attenzione: i numeri cambiano di regione in regione, e nel nostro caso di provincia autonoma in provinca autonoma. Il luogo con il maggior numero di denunce per infortuni sul lavoro, in Italia, è la provincia di Bolzano, con circa 6 denunce ogni 100 lavoratori; subito dietro agli altoatesini, ci sono Emilia Romagna, Veneto, Liguria e provincia di Trento. A chiudere invece la classifica ci sono Campania e Abruzzo, dove si conta circa una denuncia di infortunio ogni 100 occupati.

Le imprese con il maggior rischio di infortuni sul lavoro, per settore

Un altra suddivisione utile dei dati Inail per capire quali sono le imprese con il maggior rischio di infortuni sul lavoro è quella relativa ai settori di attività. In generale, il settore con il maggior rischio di infortuni è quello delle costruzioni, insieme tendenzialmente a quello dell’agricoltura, che però nel 2022 ha conosciuto una flessione del 3,6% del numero di infortuni registrati. Sono invece aumentate del 24,5% le denunce nella gestione Industria e servizi. A registrare gli aumenti maggiori, in ogni caso, sono stati settori come la Sanità e assistenza sociale (+113,1%), il Trasporto e magazzinaggio (+79,3%) e le attività dei Servizi di alloggio e di ristorazione (+55,2%).

Un esempio: trasporto e magazzinaggio

Tra le imprese con il maggior rischio di infortuni in questi anni ci sono come si è visto quelle relative al mondo dei trasporti e del magazzinaggio. Nel quinquennio tra il 2017 e il 2021 il settore ha registrato un leggero aumento nei primi 3 anni e quindi un repentino decremento negli ultimi 2, per via dell’emergenza sanitaria. Guardando l’età dei lavoratori, la fascia di età più colpita è quella degli over 45, con una forte maggioranza di lavoratori di sesso maschile. Va poi detto che 1 incidente su 10 avviene nelle ore notturne, laddove invece il 45,6% degli infortuni ha luogo tra le 7 e le 13. Si parla nel 36,8% dei casi di contusioni, nel 32% dei casi di lussazioni o distorsioni e nel 16,3% di fratture.

Come difendersi: le due strade che ogni azienda dovrebbe seguire

Guardando i dati Inail, e osservando l’incidenza delle denunce di infortunio in base alla regione, al settore e alla tipologia di lavoro, è assolutamente chiaro quanto sia fondamentale per determinate aziende prendere subito provvedimenti per ridurre al minimo il numero di incidenti. I motivi per mettere in campo tutte le risorse necessarie per prevenire gli infortuni sul lavoro sono tanti, tutti assolutamente validi: per salvaguardare la vita e la salute dei dipendenti, per il bene della comunità, per non incorrere in pene o multe, per non bloccare oppure ostacolare l’attività produttiva, e per non dover risarcire i lavori infortunati in caso di colpa.

Il primo passo è quindi impegnarsi per rendere più sicuro il posto di lavoro, attraverso l’uso di strumenti appositi, l’implementazione di nuove metodologie di lavoro e l’organizzazione di appositi eventi formativi per i propri dipendenti. Nonostante questo, va detto, gli infortuni sul lavoro purtroppo continueranno a esistere: Paesi Bassi, Svezia e Germania sono i Paesi in cui di più stato fatto per mettere in sicurezza il mondo del lavoro, ma di certo non sono stati in grado di debellare ogni tipo di incidente. Ecco che allora l’azienda deve tutelare anche sé stessa, soprattutto se nella quotidianità della propria attività si affrontano dei rischi praticamente inevitabili. Sapendo che per ogni denuncia di infortunio l’Inail apre un’indagine d’ufficio per accertare i fatti, e sapendo che talvolta l’importo della rivalsa nei confronti del datore di lavoro – insieme ad eventuali sanzioni – può essere molto importante, poter contare su una copertura Responsabilità civile d’impresa può fare la differenza. Si parla di polizze che entrano in gioco con dei risarcimenti per i danni causati a terzi dai titolari dell’azienda o dai relativi dipendenti e che possono includere per l’appunto anche gli infortuni dei prestatori del lavoro stesso (pure in caso di inesatta interpretazione delle normative relative alla sicurezza sul lavoro). Sapendo inoltre che la richiesta di rivalsa dell’Inail può richiedere il supporto di figure legali, e che talvolta è persino possibile approdare in tribunale, può essere preziosa in quesi casi anche una copertura per la tutela legale, pronta a rimborsare le spese legali dell’azienda in caso di controversie.

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