Il TFR dei giovani nel fondo pensione per un futuro più sereno
Lavoratori dipendenti del settore privato, lavoratori autonomi, co.co.pro e via dicendo: negli anni scorsi milioni di italiani hanno ricevuto la famosa busta arancione dell’INPS, una missiva che, molto spesso, ha presentato un’amara sorpresa. Sì, perché quella busta dal colore così vivace conteneva delle informazioni non di rado oscure per il futuro dei destinatari, gettando delle ombre sul binomio giovani e pensione.
- Giovani e pensione: la busta arancione
- Una pensione più ricca: ecco come fare
- Destinare il TFR nel fondo pensione
- Aggiornamento 2021
Giovani e pensione: la busta arancione
Facciamo un passo indietro, e ricordiamo qual è stato lo scopo della missiva arancione. Al suo interno si trovavano tre pagine, indicanti tra le altre cose la data prevista per il pensionamento e il valore del primo assegno pensionistico, stimato in base ai contributi accreditati fino a quel momento e alla proiezione futura. Con quella busta arancione tantissimi italiani hanno scoperto che, molto probabilmente, la normale pensione non permetterà loro di poter vivere una vecchiaia serena e agiata. L’obiettivo esplicito della comunicazione dell’INPS era del resto proprio questo: fare in modo che gli italiani sapessero, numeri alla mano, quale sarà la situazione futura, prendendo per tempo le accortezze necessarie.
La cosa, dati alla mano, non può in fondo in fondo stupire. Basti pensare al fatto che attualmente, su poco meno di 18 milioni di pensioni vigenti, ben 12,6 milioni sono inferiori a 1.000 euro mensili, e che nel 61% dei casi l’assegno pensionistico è al di sotto dei 750 euro. E, come è noto, le cose non sembrano per nulla destinate a migliorare, né per quanto riguarda l’entità degli assegni, né per quanto riguarda l’età pensionabile. Al contrario, l’Ocse ha infatti lanciato un allarme non da poco, affermando che, se le cose resteranno così, i giovani italiani d’oggi andranno in pensione a 71 anni.
Come guardare al futuro con il sorriso di fronte a dei simili dati? Parlare di giovani e pensione in questi termini non può che indurre allo sconforto. Non deve però essere così per forza: nel momento in cui si capisce che la normale pensione dell’INPS, non permetterà di affrontare il ritiro con la serenità tanto ricercata è infatti bene pensare ad altri redditi, a partire dalla sottoscrizione di una pensione integrativa privata. E questo, va detto, può essere fatto con un impatto assolutamente minimo, se non praticamente esistente, sulla vita attuale: si pensi per esempio a quanto può essere vantaggioso sottoscrivere un fondo pensione aperto nel quale destinare il proprio TFR.
Una pensione più ricca: ecco come fare
Integrare la propria pensione pubblica di base con un fondo pensione è vantaggioso per tanti motivi differenti. Si parte prima di tutto dal beneficio di poter contare su una previdenza ulteriore che si affianca alla normale pensione, per avere un buon tenore di vita. Ma va sottolineato anche che aprire un fondo pensione è un investimento intelligente che massimizza il ritorno economico nel tempo, anche grazie ai tanti vantaggi di ordine fiscale, per via della deducibilità dei contributi versati nella forma pensionistica integrativa e per via della tassazione agevolata. E ancora, il fondo pensione non è pignorabile, e prevede la possibilità di riscatti e di anticipazioni.
Destinare il TFR nel fondo pensione
A rendere il tutto ancora più vantaggioso c’è la possibilità di destinare il TFR nel fondo pensione: qualche settimana fa ho spiegato nel dettaglio perché girare il TFR nel fondo pensione e, per chi aveva bisogno di un ripasso, cosa è il TFR. Qui mi limiterò quindi a dire che con il TFR il fondo pensione si alimenta anno dopo anno in modo importante senza influire minimamente sul tenore di vita del lavoratore, e che versare il TFR nella pensione integrativa significa ridurre di parecchio la tassazione che questa somma subisce (se infatti il TFR versato in azienda viene normalmente tassato tra il 23 e il 43%, qui, versando il TFR nel fondo pensione, si può arrivare fino al 9%).
Insomma, pensare al tema di giovani e pensione, pensare al futuro, non deve essere per forza deprimente: è sufficiente dedicare qualche minuto del proprio tempo per capire come gestire al meglio i propri risparmi. Desideri il consiglio giusto per poter trarre il meglio dal tuo TFR e dai tuoi risparmi? Contattami: sarò felice di essere il tuo consulente assicurativo di fiducia.
Aggiornamento 2021
Torno dopo un anno su questo post che aveva destato un certo interesse tra i lettori del blog, in particolar modo per il riassunto relativo alla faccenda delle Buste arancioni, nonché per le stime non troppo lusinghiere formulate dall’OCSE sulle future pensioni dei giovani italiani. A poco più di un anno dalla pubblicazione di questo post, ben poco è cambiato sul piano pensionistico. Ci sono però altri dati interessanti che possono aiutare i lavoratori d’oggi a gestire al meglio quella che sarà la propria pensione di domani. Questo, va sottolineato, nella consapevolezza che il timore per la propria pensione è piuttosto diffuso, con il 46% degli italiani che teme di non poter contare su una pensione in grado di supportare economicamente la propria vecchiaia. Come sappiamo le Buste Arancioni sono state cancellate già dal 2019, per una mancanza di fondi interna all’INPS – cosa che da un certo punto di vista è un indice chiarissimo della situazione che stiamo vivendo negli ultimi anni – ma sappiamo, e lo ha confermato anche quest’anno l’INPS, che lo stipendio pensionistico italiano è inferiore ai 1.000 euro netti. Più nello specifico, la pensione media italiana è attualmente di 1.271 euro mensili, cifra che però è al lordo delle ritenute Irpef: al netto delle imposte, quindi, parliamo di un assegno pensionistico medio di meno di 1.000 euro al mese.