Previdenza complementare: facciamo un passo indietro
In queste pagine abbiamo dedicato molto spazio al fondo pensione. Abbiamo parlato della RITA, ovvero della Rendita Integrativa Temporanea anticipata, dei vantaggi di versare il TFR nel fondo pensione, delle agevolazioni fiscali previste per la previdenza complementare e via dicendo. Mi sono accorto, però, di aver saltato un capitolo introduttivo essenziale: non ho mai dedicato un post, infatti, alla spiegazione di cos’è un fondo pensione.
É ora di rimediare: oggi vedremo in cosa consiste questa forma di investimento, quali tipologie di fondo pensione esistono, e perché si dovrebbe pensare – il prima possibile – ad aprire uno.
Buona lettura!
- Perché è importante interessarsi alla previdenza complementare?
- Fondo pensione che cos’è?
- Tipologie di fondo pensione
- Le agevolazioni fiscali del fondo pensione aperto
Perché è importante interessarsi alla previdenza complementare?
Perché è importante interessarsi al tema del fondo pensione, e possibilmente aprirne uno il prima possibile? Il motivo di base fondamentale è uno: non è detto che con la propria normale pensione, e quindi con la rendita garantita dall’INPS al momento del pensionamento per vecchiaia, si possa contare su un tenore di vita soddisfacente. Non dico questo a caso, i dati parlano piuttosto chiaro.
Sappiamo tutti che negli ultimi anni ci sono state tantissime modifiche nel sistema pensionistico italiano. A farla breve, c’è stato un progressivo avanzamento dell’età pensionabile, legata a doppio filo al progressivo invecchiamento della popolazione italiana. Nel nostro Paese ci sono infatti tantissimi pensionati, e ce ne saranno ancora di più in futuro. Partendo dal presupposto che non ci sono abbastanza soldi per pagare pensioni soddisfacenti a destra e a manca, siamo andati incontro a un posticiparsi del pensionamento, e a un assottigliarsi dell’assegno mensile.
Come ho sottolineato in un articolo dedicato alla pensione dei giovani d’oggi, già ora la situazione non è particolarmente entusiasmante: su 18 milioni di pensionati, si contano 12,6 milioni persone con pensioni mensili inferiori a 1.000 euro mensili. Nel 61% dei casi l’assegno pensionistico è inferiore ai 750 euro.
Con cifre di questo tipo non è possibile guardare al futuro con serenità, e diventa indispensabile pensare ad altre fonti di reddito. La soluzione più immediata, per sua stessa natura, è quella di aprire un fondo pensione, così da poter affiancare alla pensione INPS una seconda entrata.
Ma cos’è il fondo pensione nel concreto?
Fondo pensione che cos’è?
Il fondo pensione è un investimento sicuro per il proprio futuro e per quello dei propri cari. Come vedremo tra poco, esistono diverse tipologie di fondi pensione complementare, ma in linea di massima è possibile dire in tutti i casi che si tratta di investimenti che si affiancano alla pensione erogata normalmente all’INPS, senza sostituirla. Chi si iscrive a un fondo pensione, quindi, avrà diritto a una doppia entrata. Negli ultimi anni, proprio per via delle misere prospettive future, un numero sempre maggiore di italiani ha deciso di affidarsi a un fondo pensione.
Possiamo guardare a questi fondi come a delle casse comuni che raccolgono i versamenti di tutti gli iscritti, e che li investono in modo assolutamente sicuro. Spetta al singolo iscritto scegliere, in piena autonomia, secondo le proprie esigenze e in base alle proprie possibilità, quanto investire in questo fondi. Va detto che il fondo pensione è un impegno piuttosto libero: al sopraggiungere di necessità finanziarie o di problemi economici, l’iscritto potrà decidere senza problemi di interrompere i pagamenti, o persino di chiedere degli anticipi sul fondo pensione.
Normalmente, in ogni caso, i versamenti al fondo continuano dal momento dell’apertura dell’investimento fino all’arrivo del pensionamento: da quel momento in poi si potrà invece iniziare a ricevere la propria pensione integrativa. In una situazione normale la contribuzione verrà erogata a partire dalla maturazione dei requisiti per la pensione, ma va detto che con la RITA, da alcuni anni, è possibile sfruttare proprio l’iscrizione a un fondo per la previdenza integrativa per un pensionamento anticipato (di 5 o persino di 10 anni)
Tipologie di fondo pensione
Esistono diverse tipologie di fondo pensione. Per semplicità, però, è possibile dividere questi investimenti in tre grandi gruppi, ovvero in fondi chiusi, in fondi aperti e in piani individuali pensionistici. Vediamo in cosa differiscono l’uno dall’altro.
- Fondi chiusi: iniziamo con i fondi chiusi, detti anche fondi negoziali. Si tratta di accordi collettivi che vengono stretti tra lavoratori e datori di lavoro, e che quindi rappresentano una pensione complementare per determinate categorie di lavoro. Per questo si definiscono “chiusi”, non essendo aperti a tutti i potenziali interessati. La gestione di questi investimenti è affidata a compagnie assicurative e a banche, mentre il controllo è affidato a dei rappresentanti scelti nel 50% dei casi dai lavoratori iscritti, e nel restante 50% dai datori di lavoro.
- Fondi aperti: passiamo ai fondi pensione aperti. Si tratta di investimenti ai quali tutti possono iscriversi, e che vengono istituiti da banche, da società di risparmio e da compagnie assicurative. É possibile iscriversi a un fondo pensione aperto sia individualmente, sia attraverso un contratto collettivo. Possono accedere a questi fondi sia i lavoratori dipendenti, sia gli autonomi; in ogni caso, l’iscritto può decidere liberamente quanto versare, nonché ogni quanto. Va detto che nel caso del lavoratore privato c’è la preziosa possibilità di versare nel fondo pensione anche il TFR (abbiamo già visto quali sono i vantaggi di versare il TFR nel fondo pensione).
- Piano individuale pensionistico: qui parliamo di un investimento di natura ancora differente. E’ importante conoscere l’esistenza dei cosiddetti “vecchi PIP”, dato che sono sempre forme pensionistiche individuali ma attuate mediante contratti assicurativi istituiti prima dell’entrata in vigore del decreto legislativo 252/2005 che, non essendosi adeguate al decreto stesso, non possono raccogliere nuove adesioni.
I “vecchi PIP” non sono iscritti all’Albo dei fondi pensione e pertanto non sono vigilati dalla COVIP bensì dall’IVASS.
Le agevolazioni fiscali del fondo pensione aperto
Come si può intuire da quanto visto sopra, nella maggior parte dei casi, l’opzione migliore è quella costituita dal fondo pensione aperto. Va peraltro detto che questo permette di accedere a delle importanti agevolazioni fiscali e costi di gestione ridotti.
Prima di tutto, i contributi che si versano nel fondo pensione aperto risultano deducibili dal reddito IRPEF fino a 5.164,57 euro l’anno. Questo significa che, optando per un investimento di questo tipo, si inizia fin da subito a pagare meno tasse; già questo elemento dovrebbe spingere ad aprire il prima possibile un fondo per la pensione complementare di questo tipo. Va ricordato anche che i rendimenti della gestione finanziaria sono soggetti a una tassazione con aliquota massima del 20%, e non del 26%, come avviene comunemente nelle forme di risparmio finanziario.
E ancora, va sottolineato il fatto che la pensione complementare viene tassata con una speciale aliquota agevolata che varia dal 15% al 9%, scendendo con il trascorrere del tempo dal momento dell’iscrizione al fondo: anche questo dato spinge ovviamente verso un’iscrizione anticipata al fondo pensione, e non ritardata nel tempo.
Ora sai cos’è un fondo pensione, e sai quali sono i vantaggi di aprirne uno il prima possibile, per guardare con il sorriso al proprio pensionamento. Vuoi avere altre informazioni su questo tema? Contattami!