Polizza salute: un consiglio per scegliere quella giusta
Ecco un tema che interessa sia il lavoratore dipendente, sia il titolare di partita Iva, seppur in modo leggermente differente. Qual è la differenza tra infortunio professionale e non professionale, e quali tipologie di polizze coprono uno, quali l’altro? E, soprattutto, da dipendente o da lavoratore autonomo, vale la pena stipulare una polizza che copra anche gli infortuni non professionali? Nel nostro paese c’è una certa confusione generalizzata su quelli che sono gli effettivi risarcimenti che vengono riconosciuti a un lavoratore – dipendente o autonomo – nel momento in cui questo va incontro a un infortunio con un periodo più o meno lungo di inabilità. Vediamo quindi nel dettaglio qual è la differenza tra infortunio professionale e non professionale, a partire da un esempio purtroppo più comune di quanto si vorrebbe.
- La differenza tra infortunio professionale e non professionale
- L’assicurazione Inail per il lavoratore dipendente e autonomi
- Di che tipo di infortunio si tratta? E chi indennizza?
La differenza tra infortunio professionale e non professionale
Tutti capiamo qual è, a livello letterale, la differenza tra infortunio professionale e non professionale. Uno è l’infortunio che avviene durante l’attività lavorativa, l’altro è invece quello che avviene al di fuori dell’attività lavorativa. Semplice, no? Non del tutto, non sempre. Prendiamo l’esempio di un carpentiere dipendente, e quindi di un operaio specializzato in campo edilizio. Poniamo il caso che quel carpentiere, una domenica, venga invitato in una casa di montagna da amici. Ipotizziamo che in quell’area, la notte precedente, ci sia stato un temporale, che ha provocato dei piccoli danni al tetto: il carpentiere, magari in compagnia del proprietario della casa, si reca quindi sul tetto per sistemare il danno, così da evitare ulteriori infiltrazioni. Un piede messo male, un attimo di distrazione, una tegola bagnata: il carpentiere cade, fa un volo fortunatamente breve, ma sufficiente per infortunarsi gravemente la gambe. Ipotizziamo che, una volta soccorso e ricoverato, venga riconosciuta un’invalidità permanente nella misura del 50% delle gambe. Cosa succederà? L’Inail provvederà all’indennizzo? O stiamo forse parlando di un infortunio che può essere coperto unicamente da una polizza per infortuni extra-professionali? O forse, nemmeno una normale polizza infortuni di questo tipo procederebbe con l’indennizzo?
L’assicurazione Inail per il lavoratore dipendente e autonomi
L’Inail, ovvero l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, ha il compito di tutelare il lavoratore contro i danni fisici ed economici derivanti da infortuni per cause lavorative e malattie professionali. I lavoratori dipendenti sotto regolare contratto da questo punto di vista non hanno di che temere: per il principio di automaticità delle prestazioni, l’Istituto eroga l’indennizzo anche nel caso in cui il datore di lavoro non abbia provveduto regolarmente al versamento del premio assicurativo. Diverso il caso degli autonomi, i quali, se non perfettamente in regola con i versamenti Inail, non vedranno nessun indennizzo per infortunio o per malattia, perlomeno fino al pagamento effettuato. Va poi sottolineato che l’infortunio del lavoratore autonomo, per essere indennizzato, deve rientrare nelle famose tabelle Inail, con il risultato di trovarsi spesso con infortuni inabilitanti senza alcun aiuto da parte dell’Istituto. Detto questo, va sottolineato che, in ogni caso, l’Inail indennizza solo e unicamente le lesioni originate sul lavoro.
Di che tipo di infortunio si tratta? E chi indennizza?
Possiamo quindi dire che no, l’Inail non indennizzerà in alcun modo il carpentiere sfortunatamente caduto dal tetto, in quanto si trattava di attività extra-lavorativa. E quindi? Quindi, potendo tornare indietro quel carpentiere, sceglierebbe sicuramente di mettersi al sicuro con una polizza assicurazione privata per il rischio extra-professionale. Ma attenzione: le normali polizze per attività extra-professionali coprono solo e unicamente gli infortuni non professionali! Questo ci dice che, se la compagnia assicurativa riesce a dimostrare che l’attività in questione sul tetto dell’amico non era di natura extra-professionale (in quanto non attività alla portata di tutti, andando magari oltre alla sistemazione di qualche tegola, arrivando per esempio alla sostituzione di un travetto con l’uso di strumenti professionali che solo un operaio specializzato può utilizzare) l’indennizzo non viene corrisposto nemmeno dalla compagnia di assicurazione privata. Si capisce quindi che, per essere coperti al 100%, non basta disporre di una copertura per rischi non professionali, ma di una copertura completa 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per qualsiasi tipo di infortunio, professionale oppure extra-professionale.
E questo è doppiamente importante soprattutto se si pensa che la pensione di inabilità INPS viene concessa solamente a fronte di capacità lavorativa ridotta a meno di un terzo: nel caso citato di invalidità permanente al 50%, infatti, l’INPS non potrà fare assolutamente nulla in tal senso.
Come si può intuire, l’esistenza di una polizza salute privata e completa contro l’infortunio diventa doppiamente importante nel caso del lavoratore autonomo, lì dove sono più ampie le aree che una normale assicurazione potrebbe definire “professionali”, così da non attribuire nessun indennizzo in caso di infortunio (laddove invece l’Inail potrebbe non corrispondere nessun risarcimento in particolari casi di infortunio professionali).
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