Imprese e risk management

Danni diretti e indiretti: perché è fondamentale capire la differenza

danni indiretti

Italiani, popolo di poco (e sotto) assicurati

Chi si avvicina all’EUR, a quel palazzo monumentale che viene talvolta chiamato “Colosseo quadrato”, può leggere la frase scritta a grandi caratteri sulla sua sommità, a definire gli italiani, “popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, di navigatori e trasmigratori”. Questa frase, usata e trasformata scherzosamente innumerevoli volte per definire in poche parole un intero popolo, ha visto le più diverse aggiunte: italiani popolo di commessi viaggiatori, italiani popolo d’evasori, e via dicendo. Dipende, insomma, dal punto di vista: dal mio, senza dubbio, si potrebbe parlare di un popolo decisamente sotto assicurato. Non si tratta peraltro di un’opinione mia e personale. Sono i numeri a dimostrare che in Italia la tendenza è quella della sotto assicurazione, prendendo come riferimento, a confronto, i dati relativi agli altri paesi europei. E la differenza si accentua se si guarda per esempio alle PMI, che come sappiamo rappresentano il pilastro fondamentale della nostra economia. Ebbene, gli studi ci dicono che solamente 6 PMI italiane su 10 sono effettivamente tutelate da una copertura assicurativa. Proprio così: più di un milione e mezzo di PMI non ha alcuna polizza a proteggerle. Perché? I motivi sono più vari, dalla scarsa alfabetizzazione finanziaria per arrivare alla ridotta percezione del rischio – anche se questa è in realtà aumentata in modo concreto nell’ultimo anno. Ma non solo le PMI sono poco assicurate: anche quando si sono stipulate delle polizze, infatti, si tende in realtà ad assicurare poco, restando quindi pericolosamente scoperti da più parti. Vale quindi la pena ricordare che una normale copertura RC verso terzi, o una polizza incendio, o magari una polizza furto, non sono affatto sufficienti per essere effettivamente protetti, men che meno se si tiene in considerazione quelli che sono i danni indiretti.

La differenza tra danni diretti e indiretti

Dati alla mano, nel nostro Paese solamente il 3% delle PMI può dirsi effettivamente coperto in modo adeguato: tutte le altre, a voler approfondire questi temi, avrebbero ottimi motivi per non dormire sonni tranquilli. Vedremo dopo un esempio di quanto possa fare effettivamente la differenza essere o meno assicurati contro i danni indiretti. Per ora voglio però anticipare quella che è la differenza tra danni diretti e indiretti, che peraltro ho già presentato su queste stesse pagine in occasione di un articolo dedicato alla polizza incendio.

I danni diretti sono quelli causati direttamente da un evento, che può essere per l’appunto un incendio o un allagamento. Chi si assicura con una semplice polizza incendio viene coperto per tutti i danni diretti causati dall’incendio, per tutto ciò quindi che è stato bruciato o rovinato dalle fiamme, dal fumo nonché dai mezzi estinguenti usati dai vigili del fuoco.

Ma ci sono anche i danni indiretti, che possono essere talvolta – non di rado – perfino superiori a quelli diretti. Pensiamo all’allagamento di un’officina, o di una falegnameria: la PMI, se assicurata contro i danni diretti per allagamento, si vedrà risarcire i costi per la sostituzione dei macchinari, per la ristrutturazione degli spazi di lavoro e via dicendo. La compagnia, però, non sarà ovviamente obbligata a presentare un risarcimento per tutti i danni indiretti conseguenti, come per esempio per i giorni di chiusura, la compromissione del brand, i rapporti contrattuali con clienti e fornitori, e via dicendo. Tutto questo, ovviamente, mentre i costi fissi dell’azienda continueranno a essere presenti. Vediamo un po’ più nel dettaglio perché è importante essere assicurati anche per i danni indiretti.

Perché assicurarsi anche contro i danni indiretti

Abbiamo visto quindi che con la voce danni indiretti si fa riferimento a tutti i danni, soprattutto di natura finanziaria, che sono conseguenza indiretta di un evento dannoso. Parliamo della riduzione del volume di affari e dunque della diminuzione delle entrate, dell’aumento dei costi di servizio, della perdita di quote di mercato, o persino delle multe o delle penali che potrebbero conseguire all’evento inaspettato. Insomma, oltre al danno, come si suol dire, la beffa.

Il problema è che quando si pensa ai danni per un incendio o per una allagamento non ci si sofferma per nulla sui danni indiretti. Basta però parlare con qualcuno che abbia delle buone basi di risk management per PMI per capire quanto questo possa essere rischioso, per qualsiasi tipo di business: anche i solo danni indiretti possono affossare un’impresa.

Non soffermiamoci sull’evento dannoso in quanto tale: ipotizziamo che a causa di danno improvviso e imprevisto l’azienda debba chiudere per 3 mesi. Cosa succederebbe? La produzione sarà del tutto ferma, le entrate azzerate. I costi, però resteranno: pensiamo alle spese d’affitto, ai canoni del mutuo, agli interessi, ad eventuali leasing e via dicendo. Certo, si potrebbe sopperire utilizzando un’ubicazione d’emergenza, la quale però difficilmente permetterebbe una piena produttività, presentando in ogni caso un’ulteriore voce di spesa.

Cosa succede quindi? La perdita di produzione azzera le entrate per 3 mesi – ovvero per il tempo ipotetico di sistemazione dei locali di lavoro – andando però poi ad azzerare l’utile per molti mesi in più, per 9 o persino per 12 mesi. Un’interruzione di servizio di pochi mesi, infatti, può eliminare l’utile per un anno o più, una situazione che per molte imprese risulterebbe del tutto insostenibile.

In questo senso, quindi, conoscere la pericolosità dei danni indiretti per l’impresa e assicurarsi di conseguenza può fare un’enorme differenza. Contattami per capire come tutelare la tua realtà e i tuoi risparmi: ti indicherò la soluzione migliore in base alle tue esigenze!

Articoli correlati