Vista l’emergenza nazionale e internazionale, in questi giorni non si parla d’altro che di Coronavirus, con istituzioni e media che sottolineano a più riprese come tutelarsi dal contagio. Ma se per la popolazione italiana in generale la paura dei virus è cresciuta esponenzialmente solo nelle ultime settimane, per il mondo ricettivo trentino la campanella relativa ai virus negli alberghi era in realtà suonata già in gennaio.
Ne avevamo già parlato per l’appunto pochi giorni fa su queste stesse pagine: il noto Hotel Union, in Folgarida, è stato infatti al centro delle cronache per molti giorni, a causa di una doppia ondata di malessere che ha colpito i suoi ospiti.
Va subito anticipato che l’agente patogeno che ha causato questo disagio non ha nulla a che fare con il ben più temibile nonché famigerato Coronavirus: effettuate le analisi del caso, infatti, l‘Azienda Sanitaria di Trento ha indicato come responsabile il norovirus, un agente patogeno di natura gastrointestinale non grave, peraltro piuttosto diffuso nel Regno Unito e negli Stati Uniti.
Il primo caso si è verificato tra il 28 e il 29 gennaio. In questo primo passaggio il virus ha colpito circa 150 studenti dei 202 arrivati presso l’hotel da Parma. Tra questi, va sottolineato che solo 20 casi hanno destato particolare attenzione da parte di Trentino Emergenza, che ha deciso di trasferirli in ospedale: per tutti gli altri, in quell’occasione è stato deciso di allestire un presidio sanitario direttamente all’interno dell’albergo della Val di Sole. A metà febbraio la storia si è ripetuta, nel medesimo albergo, colpendo questa volta circa 30 studenti, un professore di Ancona nonché una comitiva di una dozzina di persone arrivate dal Regno Unito.
Difficile capire se il diffondersi del norovirus, identificato come possibile causa dei malori, sia stato determinato da qualche ospite già contagiato prima dell’arrivo nella struttura alberghiera o se invece tutto sia partito da un microrganismo presente nell’hotel di Folgarida. Sono però state trovate tracce di norovirus su varie superfici, tra cui divanetti e tavoli, ragione per cui l’attività alberghiera è stata forzatamente chiusa per permettere a una ditta specializzata di procedere con la sanificazione dell’intera struttura, con un successivo controllo da parte dell’Apss per accertare l’effettiva bonifica di tutti gli ambienti.
Si capisce quindi che un simile evento può causare importanti danni a un albergo: si parla ovviamente di un danno d’immagine difficile da quantificare, al quale si somma un immediato danno economico relativo alla chiusura obbligatoria. E tutto questo, bisogna evidenziarlo, potrebbe accadere in qualsiasi situazione, anche a causa di un virus portato dall’esterno da un ignaro ospite: un simile incidente, dunque, potrebbe verificarsi in qualunque struttura.
Diventa dunque fondamentale, di fronte a tali evenienze, tutelarsi con una polizza mirata, e quindi con un assicurazione per albergatori che, in caso di chiusura forzata a causa – per esempio – di un accertamento igienico sanitario, sia pronta a tutelare l’albergatore, con una diaria in grado di coprire le inevitabili spese che altrimenti andrebbero a gravare totalmente sul titolare.
Richiedi una soluzione assicurativa su misura, è possibile proteggere i proprietari di qualsiasi struttura ricettiva – e di conseguenza gli ospiti – anche in caso di virus. E non è tutto qui: nella medesima polizza sono presenti anche le protezioni per incendio, furto e rapina, e non meno importante la responsabilità civile e tutela legale.
I recenti fatti di cronaca stanno dimostrando che la tutela sul lato della salute, anche a livello delle strutture ricettive, non è mai sufficiente. Richiedi una consulenza e un preventivo personalizzato per la tua struttura: troveremo insieme la migliore soluzione per proteggere la tua attività. Scrivimi!