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Quale sarà l’importo del tuo assegno pensionistico? Ecco i calcoli che possono essere fatti per capirlo
Mi stupisce sempre una cosa. Buona parte delle persone, quando è al supermercato o al ristorante, presta una grande attenzione ai prezzi dei vari prodotti. Certo, non tutti guardano il singolo centesimo, ma la maggior parte dei consumatori confronta comunque le varie opzioni, sapendo che ogni euro conta. E ancora, al momento di accettare una proposta di lavoro, praticamente tutti prestano una grande attenzione a quello che è lo stipendio proposto: l’importo della busta paga è uno dei fattori che influenzano maggiormente la scelta o meno di accettare un lavoro. Ed è giusto che sia così! Ecco, quello che mi stupisce è il fatto che tante di queste persone, che si concentrano anche sulla differenza di pochi euro oggi, non si curano affatto della differenza di “tanti euro” domani. Ci sono infatti tanti, troppi trentenni e quarantenni che non si sono posti il problema di calcolare l’assegno della pensione futura. Distrazione? Ridotta o nulla propensione alla programmazione del proprio futuro? Cieco ottimismo? Difficile dare una risposta: quel che è certo però è che, conoscendo quello che è lo scenario pensionistico futuro – di colore grigio se no decisamente nero – sarebbe invece meglio imparare a calcolare l’assegno della pensione futura, così da prendere eventualmente le necessarie contromisure.
Calcolare la propria pensione: perché?
Perché è importante calcolare l’assegno della pensione futura? Perché così ci si può rendere conto a grandi linee di come sarà la propria situazione – dal punto di vista della pensione pubblica INPS – nel momento in cui si lascerà il lavoro. E tanti, per la situazione normativa attuale, per aver iniziato a lavorare tardi dopo gli studi universitari, per via di alcuni periodi di disoccupazione, si troveranno ad avere a che fare con dei risultati tutt’altro che incoraggianti: basti sapere che oggi la pensione di vecchiaia media lorda è di 1.300 euro circa, e che in futuro sarà decisamente minore. La pianificazione previdenziale in questo senso è fondamentale, e dovrebbe partire proprio dal calcolo – o meglio, dalla stima, come vedremo dopo – del proprio assegno pensionistico futuro.
Retributivo e contributivo o solamente contributivo?
Per calcolare l’assegno pensionistico è prima di tutto necessario sapere che tutto dipende da quale sistema verrà usato per calcolare l’importo della propria pensione. Pensiamo prima di tutto ai più giovani: chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996, e che quindi non ha alcun contributo versato prima di quell’anno, vedrà la propria pensione calcolata seguendo le regole del sistema contributivo; chi invece ha iniziato entro il 1995, invece, vedrà la propria pensione calcolata con il metodo misto contributivo e retributivo.
Calcolare l’assegno della pensione futura: i calcoli da fare
Calcolare l’assegno della pensione futura, per chi è andato in pensione con il sistema retributivo, era più facile. E, diciamolo, pure più soddisfacente, perché a quei tempi gli assegni pensionistici erano effettivamente più alti di quelli odierni, e molto più alti di quelli che aspettano i lavoratori di oggi. Con il sistema retributivo, infatti, bastava fare una media degli ultimi redditi e tenere in considerazione gli anni di lavoro, con una pensione finale che era circa dell’80% degli ultimi stipendi.
Diversamente, nel caso del sistema contributivo il calcolo è più difficile. I fattori da considerare sono tre, ovvero:
- I contributi versati
- L’andamento del PIL
- La crescita dell’attesa di vita
Il problema, qui, è che nessuno di questi dati è effettivamente presente. Chi ha davanti a sé ancora molti anni di lavoro prima di raggiungere l’età pensionabile non può infatti sapere quale sarà alla fine della propria carriera lavorativa l’ammontare dei contributi effettivamente versati: e se ci fosse un periodo di disoccupazione? Se lo stipendio cambiasse? Se le entrate diminuissero? In ogni caso, i contributi per il lavoratore dipendente equivalgono al 33% della RAL, mentre per il lavoratore autonomo si parla del 24% del fatturato. C’è poi il fatto che è impossibile sapere oggi come sarà la situazione del PIL nei prossimi anni: come potrebbe mai un lavoratore trentenne o quarantenne sapere quale sarà il Prodotto Interno Lordo italiano tra 20 o 30 anni, e quindi al momento del proprio pensionamento? E ancora, la crescita dell’attesa di vita può essere stimata, ma non di certo calcolata alla perfezione con largo anticipo. Non va inoltre dimenticato che, in 10, 20 o 30 anni, le regole relative al sistema pensionistico italiano potrebbero mutare in modo consistente, sapendo che questo è uno dei temi più “caldi” della politica italiana.
L’assegno pensionistico futuro può essere stimato, non calcolato
Da quanto detto finora si può capire sicuramente una cosa. calcolare l’assegno della pensione futura in modo preciso non è possibile. Tutto quello che si può fare è una semplice stima, che ipotizza con un margine di errore piuttosto importante il totale dei contributi versati, l’andamento del PIL nei prossimi anni e la crescita dell’attesa di vita. Ecco allora che i tantissimi strumenti online per il calcolo dell’assegno pensionistico tutto possono essere tranne che affidabili al 100%, soprattutto quando si guarda a pensionamento lontani nel tempo. Certo, sono utili per capire a grandissimi linee quale potrebbe essere la situazione futura, e anzi offrono il vantaggio di mostrare a tante persone che la loro pensione INPS non sarà alta come si potrebbe ottimisticamente pensare: così facendo si potrà giocare d’anticipo e in modo informato per migliorare la propria situazione previdenziale, senza avanzare ciecamente verso una pensione poco confortevole o persino di stenti.
La sicurezza del fondo pensione
Come detto, vale la pena calcolare l’importo del proprio assegno pensionistico futuro: non per avere una cifra esatta, quanto per capire pressappoco quale sarà il tenore di vita garantito dalla sola pensione INPS. A quel punto si potrà gettare le basi della propria pianificazione previdenziale, sapendo che non esiste unicamente la pensione pubblica. A rendere più confortevole il proprio pensionamento potrebbero per esempio essere degli investimenti finanziari, dei capitali accumulati nel tempo, oppure ovviamente la previdenza complementare, a partire dal fondo pensione. Grazie a questo strumento garantirsi un’integrazione dell’assegno INPS è facile e alla portata di tutti, in virtù della possibilità, per esempio, di versare il TFR direttamente nel fondo pensione, o ancora, della possibilità di dedurre annualmente dal proprio imponibile fino a 5.164 euro di contributi versati nelle forme di assistenza complementare.
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