Infortunio da Covid-19: come tutelare l’impresa con la polizza giusta
È arrivato il desiderato e temuto giorno della riapertura: oggi, lunedì 18 maggio 2020, commercianti e imprese completamente bloccati dal lockdown rialzano finalmente le saracinesche, nel rispetto dei protocolli e delle tante linee guida del governo. La voglia di ripartire si mescola però al timore. Da una parte, le imprese temono le sanzioni per il mancato rispetto dei dettagliati protocolli, le quali possono arrivare fino a 3.000 euro, alle quali si sommano delle sanzioni amministrative accessorie come la chiusura fino a 30 giorni; dall’altra, la paura è data dal virus vero e proprio, con il rischio concreto di avere a che fare con il contagio da Covid-19 sul luogo di lavoro. Per come sono le norme attuali, infatti, il contagio da Coronavirus viene interpretato come infortunio, con il datore di lavoro esposto alla rivalsa INAIL, nonché a eventuali sequestri. Non stupisce dunque che, come sottolineato da un sondaggio Swg, molti esercenti stiano propendendo per la chiusura prolungata: nel dettaglio, sono solamente 6 imprese su 10 tra negozi, bar e ristoranti, a essere intenzionate a riaprire, mentre le restanti si dividono tra indecise e sostenitrici convinte della posticipazione della chiusura. Vediamo dunque le conseguenze della creazione dell’infortunio da Covid-19.
Il contagio da Coronavirus sul luogo di lavoro è infortunio: le conseguenze per il datore di lavoro
Il decreto legge n.18 del 2020 – sulle orme della circolare INAIL del 17 marzo – classifica il contagio da Coronavirus come infortunio sul lavoro. Questa assimilazione può avere conseguenze molto importanti per titolari di alberghi, ristoranti e aziende di vario tipo, in un discorso in cui le assicurazioni di Responsabilità Civile risultano assolutamente centrali. Capire cosa comporta la classificazione del contagio da Covid-19 come infortunio e soprattutto accertarsi di essere protetti in merito dalla propria assicurazione, quindi, diventa un passaggio fondamentale verso la decisione di riaprire effettivamente le saracinesche della propria attività, senza lasciarsi bloccare dalla paura.
A una prima occhiata, l’assimilare il contagio a un infortunio può sembrare stravagante, ma non è così: già negli anni Trenta, per fare un esempio, malattie virali o batteriche come il Carbonchio erano classificate dalle assicurazioni come infortuni sul lavoro.
Ma cosa comporta la creazione dell’infortunio da Covid-19 per il datore di lavoro? Ebbene, se per l’eventuale dipendente contagiato il fatto di interpretare il virus come un infortunio facilita il processo di indennizzo, per il datore di lavoro apporta invece nuovi rischi da non sottovalutare. Si deve partire dal presupposto per cui il titolare, se omette di adottare misure preventive e di monitorare il loro corretto uso, è sempre ritenuto responsabile dell’infortunio. Si capisce dunque che, nel momento in cui l’INAIL riconoscerà la prestazione previdenziale a favore del contagiato, potrà rivalersi sul datore di lavoro, per rientrare dei costi. Il problema è che, come sottolineato da Confindustria, anche le imprese che hanno adottato le misure obbligatorie rischiano in realtà un lungo procedimento penale, nonché il sequestro dell’attività per tutta la durata delle indagini, con conseguenze economiche molto gravi, soprattutto in un periodo come questo. Di fronte a questo scenario, per capire se aprire o non aprire la propria attività in questa nuova fase di contenimento del contagio, è fondamentale verificare di avere un reale supporto da parte della propria assicurazione.
Infortunio da Covid-19 sul luogo di lavoro: le polizze di RCT/RCO tutelano la tua impresa?
Partiamo da un punto fondamentale: le polizze di RCT/RCO in corso oggi dovrebbero pagare il caso in questione. Questo perché si tratta, molto semplicemente, di un caso nuovo, che non risulta nelle esclusioni, il che obbligherebbe le compagnie assicurative a riconoscere il danno da infortunio. È dunque possibile cancellare d’un colpo i timori per la rivalsa INAIL, per la questione penale e per il sequestro dell’attività? Non proprio, anzi, decisamente no. Questo perché, per un assicurato, risulta difficile andare a verificare questo punto. E ancora: non è da escludere la possibilità che le compagnie assicurative, seguendo i propri interessi e non quelli dei propri clienti, procedano con delle modifiche, inserendo per esempio l’infortunio da Covid-19 nelle esclusioni della polizza RCT/RCO.
Per poter tornare operativi, per affrontare la ripartenza con serenità, diventa quindi essenziale sapere con certezza se la propria polizza tutela la tua impresa e il tuo patrimonio nel modo corretto nei confronti dell’infortunio da Covid-19. Vuoi accertarti di essere coperto? Vuoi essere certo che la tua polizza rimborsi le spese legali nell’eventualità di un’evenienza simile? Contattami: analizzerò la tua attuale polizza assicurativa, e ti darò tutte le risposte che cerchi per ripartire in modo sicuro!